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Lo sapevate? 6 curiosità che forse non conoscevate sulla Festa di Sant’Efisio

Sant'Efisio 2017 (foto di Alessandro Pigliacampo)

Sant'Efisio 2017 (foto di Alessandro Pigliacampo)

Per la 366esima volta, 1 maggio 2022, Sant’Efisio esce a bordo del suo cocchio dalla Chiesetta di Stampace. L’ex voto, fatto dai cagliaritani per ringraziare il Santo martire per la fine dell’epidemia di peste del 1656 viene rinnovato ancora una volta.

Intorno a questa straordinaria festa di popolo si annodano i fili della storia e della leggenda. Non sono pochi gli aneddoti che non tutti conoscono a proposito di Sant’Efisio e della tradizionale processione del 1 maggio.

In questo articolo vi elenchiamo 6 curiosità che difficilmente sapevate sulla Festa di Sant’Efisio.

Perché Sant’Efisio viene celebrato a maggio? La Festa di Sant’Efisio simboleggia il ringraziamento del popolo sardo e di Cagliari in particolare, per la fine dell’epidemia di peste abbattutasi sulla città nel 1656. Quando i membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Sant’Efisio Martire dovettero decidere il giorno in cui celebrare il rinnovo del voto fatto al Santo, scelsero il 1 maggio, perché maggio simboleggia la rinascita della natura.

La più lunga processione a piedi d’Europa. Quella di Sant’Efisio, con i suoi 65 km, è la processione a piedi più lunga d’Italia e d’Europa e anche la più estesa e partecipata dell’intero bacino del Mediterraneo.

1917, l’annus horribilis. Ci fu solo un anno in cui il cocchio del Santo non uscì dalla sua Chiesa di Stampace. Nel 1917 la processione non si tenne per via delle proibizioni dettate dalla Prima Guerra Mondiale. Fu l’unico anno in cui non ci fu la processione.

1918, il carro trasportato dai sopravvissuti della Grande Guerra. Se il 1917 fu l’anno più buio della storia della Festa, nel 1918 si registrò uno degli episodi più alti della sua epopea. Quell’anno non furono i buoi a trainare il cocchio fino a Nora per poi riportarlo a Stampace. Sia all’andata che al ritorno furono i militari ritornati dal fronte a caricarsi sulle spalle la statua del Santo per ringraziarlo di averli fatti tornare in patria sani e salvi. Una processione che sarebbe piaciuta moltissimo anche agli animalisti di oggi.

1943, la fede più forte di ogni cosa. Se nel 1917 la processione non si tenne, tutt’altra cosa avvenne in occasione dell’altro grande conflitto bellico, la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, sotto i bombardamenti degli Alleati, i fedeli cagliaritani si armarono di coraggio e fede e fecero uscire il Santo a bordo di un carretto del latte. Sant’Efisio sfilò in mezzo alle macerie della città devastata dalle bombe. Fu sicuramente uno dei momenti più commoventi di questa storia lunga 363 anni.

L’ex voto del 1793. L’altro ex voto che i cagliaritani hanno tributato al martire venuto dall’odierna Siria è legato a un fatto storico di fine ‘700. Secondo la tradizione Sant’Efisio, scatenando nel 1793 una clamorosa tempesta nel Golfo degli Angeli, fece naufragare la flotta navale francese che era venuta a conquistare la Sardegna secondo i precetti della Rivoluzione Francese. L’assalto non andò quindi in porto e i cagliaritani fecero uscire Sant’Efisio non solo il 1 maggio ma anche il lunedì dell’Angelo. Fu un modo per ringraziarlo di aver difeso la città dagli assalitori francesi.

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