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Lo Sapevate? Il culto di Sant’Elia anticamente era nel mese di gennaio: dal martire sardo al profeta carmelitano

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Sino agli anni immediatamente precedenti alla pandemia, la festa di Sant’Elia era un importante appuntamento estivo per i cagliaritani. Eppure, come riportato da Francesco Alziator, di questa figura esisteva un culto, in tempi antichissimi, nel mese di gennaio. Ciò potrebbe essere spiegabile col fatto che in tempi antichi ci sia stata una sovrapposizione di culti.

Intorno al IV secolo infatti, sulle alture del promontorio che divide in due il Golfo degli Angeli, viveva Elia, un eremita e anacoreta sardo. Sotto l’imperatore Diocleziano, subì martirio e i suoi resti seppelliti sul promontorio, che ancora oggi porta il suo nome. In basso medioevo i monaci vittorini costruirono un tempio dedicato all’anacoreta e denominato Sant’Elia al Monte. Secoli dopo, intorno al 1600, i suoi resti furono traslati dall’arcivescovo cagliaritano Francisco Desquivel alla Cripta dei martiri della Cattedrale.

In seguito, a partire dal XVI secolo si stanziarono presso l’area del promontorio di Sant’Elia Anacoreta alcuni membri della congregazione carmelitana. Questi decisero di intitolare la zona a Sant’Elia Profeta. Sembrerebbe così allora che il culto di Sant’Elia Profeta, il cui giorno cade il 20 luglio, soppiantò parzialmente quello dell’eremita sardo.

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