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Lo sapevate? Che cosa rappresenta il monumento che si trova nella piazza principale di San Sperate?

Lo sapevate? Che cosa rappresenta il monumento che si trova nella piazza principale di San Sperate?

 

Nella piazza principale di San Sperate, piazza Santa Croce, si trova un monumento, una grande croce, sorretta da un alto basamento. Si tratta della testimonianza di un tragico evento, che fu riportato persino sui giornali americani. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.

S’aruxi santa è stato eretta infatti in ricordo delle vittime della terrificante inondazione del 20 ottobre del 1892. L’opera è stata successivamente restaurata nel 1979 e benedetta nell’ottobre dello stesso anno in occasione della ricorrenza della catastrofe.
L’evento ancora oggi viene ricordato con con una frase: “S’unda de Santu Sparau” (l’onda di San Sperate).

Nel 1892, la notte tra il 21 ed il 22 Ottobre una violentissima perturbazione sconvolse il Campidano di Cagliari, in modo particolare vennero colpiti i centri di Assemini, Decimomannu, San Sperate e Elmas. I danni maggiori si ebbero a San Sperate. Le vittime furono 200 in tutto il territorio colpito. Un monumento, una croce, nel centro di San Sperate, e una lapide ricordano quella tragedia. L’alluvione colpì molto l’opinione pubblica del tempo e anche il New York Times dedicò un articolo al terribile evento.

 

Intorno alle 23,30 di notte, il Rio Mannu e il Rio Flumineddu esondarono. Il livello delle acque superò il metro e cinquanta. Nel paese i morti furono 90 e vennero tutti sepolti in una fossa comune nel cimitero di San Giovanni.

Come accennato San Sperate ha sempre chiamato quella tragedia S’unda manna de Santu Sparau (l’onda grande di San Sperate) e in Piazza Croce Santa, fu eretta una grande croce, che ancora oggi vediamo.

 

 

Fu un fatto davvero terrificante: dopo una lunga giornata di pioggia, verso le undici e mezza di notte, il Riu Mannu e il Riu Flumineddu (s’arriu de is argiolas) riversarono sul paese tutte le acque che avevano accumulato dai paesi limitrofi, causando enormi disastri. I soccorsi non poterono arrivare prima del 23 ottobre poiché le acque avevano invaso anche i paesi vicini di Decimo, Assemini ed Elmas. Per fronteggiare l’accaduto, le autorità civili e religiose rivolsero un appello umanitario e molte furono le offerte destinate ad alleviare le pene degli abitanti di San Sperate: ad appena 24 ore dal disastro, la Deputazione Provinciale di Cagliari spedì, ad esempio, 200 chilogrammi di pane da distribuirsi tra i danneggiati della inondazione, mentre il Comitato esecutivo di soccorso per i danneggiati dell’inondazione nei Comuni della Provincia s’interessò dell’acquisto di capi di vestiario da spedire ai più bisognosi.
La drammaticità di questo fatto si coglie anche in una nota Canzoni Sarda, pervenuta sino ai giorni nostri che è attribuita ad un cantastorie di Siliqua, Sebastiano Piras.
Questo triste avvenimento è stato inoltre fonte d’ispirazione per un libro intitolato S’unda manna scritto da Alfonso Spiga, uno scrittore di San Sperate, da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale dall’omonimo titolo, allestito dalla compagnia La Maschera che ha riscontrato un grosso successo di pubblico e di critica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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