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Attività storiche cagliaritane. Vini e dolci in viale Trieste: per Italo Sulliotti 60 anni di ottimo cioccolato

Per qualcuno, forse, è ormai passato il tempo in cui i bimbi attendevano con ansia la Befana per vedersi riempire la propria calza di dolci. Oggi, magari, si pensa direttamente ai giochi elettronici o ai soldi. Chissà.

Epifania o no, ci sono però luoghi e attività a Cagliari che resistono al tempo ed entrarvi è sempre un piacere. Nella viale Trieste “Sulliotti” è un’istituzione del commercio cittadino, con i suoi, quest’anno, 60 anni di carriera. Era infatti il 1962 quando si alzava la serranda per la prima volta e certamente una città diversa, più popolosa e più vissuta. Soprattutto lì, a pochi passi dalla piazza del Carmine.

Dolci, cioccolati, vini e liquori nel centro di Cagliari, da più di mezzo secolo. E pure tanta passione. Quella del signor Italo Sulliotti, 83 anni, ancora anima e cuore di un’attività più forte del tempo. E lui, la Befana, da buon addetto ai lavori, la aspetta eccome. “Quest’anno poco movimento, per un motivo o per un altro in giro non si vede tanta gente. Nella calza che cosa si preferisce? Sempre il cioccolato”.

Il cioccolato piace sempre, sì. E dalle parti di viale Trieste ne abbonda di ogni tipo: classico, fondente, bianco, con le nocciole e altro. Il profumo di dolci, poi, è in inconfondibile e svariate tipologie di caramelle ne sono una prova. Ci sono persino quelle al latte che le nostre nonne erano solite infilarci in tasca. “Come ho iniziato? Come tutti. Io e mia moglie abbiamo deciso di metterci in commercio, specializzandoci nei migliori liquori, vini, e prodotti dolciari”, commenta il signor Italo che forte della sua esperienza ha tanto: la guerra con gli occhi di bambino e la pandemia con quelli dell’adulto.

“Oggi la clientela è cambiata. Un tempo c’erano i clienti fissi, poi i loro figli. I nipoti però spesso non hanno molte disponibilità. Purtroppo la crisi c’è.

Un pezzo di storia cagliaritana da 60 anni. Per Italo Sulliotti è troppo presto per ritirarsi e godersi la pensione. Dopo di lui? Chissà. “I miei figli? No, loro hanno scelto un’altra strada”.

 

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