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Attività storiche. A Cagliari la bottega di Martello, quando il cappello resiste al tempo e piace ancora ai giovani

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C’era una volta a Cagliari l’antica Cappelleria Martello. Incipit che sa di passato dimenticato, forse adatto ad altre occasioni, ma non di certo a questo caso. Già, perché la storica bottega ancora oggi è sempre lì, nella centralissima via Sassari, elegante e meravigliosa come l’abbiamo sempre conosciuta. Certo, il cappello si deve un poco adattare ai tempi moderni, anche grazie a diverse collaborazioni fra l’attività e altre realtà, ma è bello sapere come nel 2021 il “Borsalino” dei nostri nonni sia ancora tanto gradito ai giovani di buon gusto.

Una storia iniziata nel 1888, quando il friulano Antonio Martello, partito da S.Vito al Tagliamento verso la Sardegna, aprì la prima cappelleria dell’Isola. Si iniziò nel corso Vittorio Emanuele, poi nel 1913 si passò alla via Sassari 92. Anni e anni di lavoro, nel cuore di una città che nel corso del tempo vide se stessa cambiare sotto il vortice di fatti ed eventi che, seppur in un’isola, anche Cagliari visse. Artigiani, fruttaroli, locande animavano il cuore della città, in poco tempo due guerre mondiali funestarono le vite dei sardi. L’attività, in seguito, passò alle figlie del capostipite Antonio – la cui immagine dipinta su un quadro oggi osserva tutto – tra le quali Matilde, che con orgoglio e fierezza portò avanti l’attività.

Il cappello come status symbol. Pur nella diversità dei modelli, per anni è stato l’emblema di gusto ed eleganza, immancabile sul capo di signori e signore. E la Cagliari bene che fu, passeggiando per Stampace, fra la piazza del Carmine e il Corso, non poteva che vedere nella bottega Martello un luogo di pregio. Anche perché il friulano Antonio, già da fine ‘800, era il fiduciario isolano della “Borsalino”: quel cappello immortale dei nostri nonni, di cui Martello ottenne la concessione per la Sardegna.

“Sì, ma tanto oggi il cappello non lo compra più nessuno”. Niente di più falso. Oggi il cappello piace ancora, sia ai signori di una certa età sia ai giovani del nuovo millennio. La Cappelleria Martello, dopo la morte a quasi cento anni di nonna Matilde, dal 2016 circa è alla gestione dei nipoti e occupa sempre il suo posto d’onore nella via Sassari. Eleganti scaffali, lampadari antichi, il gusto del passato è sempre vivo a Stampace, fra baschi, cilindri e coppole.

Ancor di più grazie alle tante collaborazioni con diverse realtà della moda in Sardegna. Cinque anni fa la bottega Martello è stata oggetto di un progetto di recupero di Gamassi di Francesca Gasbarrini e da lì l’apertura al pubblico di un retrobottega-atelier. Qui hanno trovato spazio anche la creatività e il genio di “Velette Sospette”, linea di cappelli, acconciature e turbanti in linea vintage, marchio nato dal lavoro a tre fra Alessandra Aloe, Marco Caboni e Federica Pilota.

E poi, fra le tante, anche la collaborazione con le sfilate di Antonio Marras e oggi, quella con la stilista di borse, cagliaritana, Giorgia Bistrusso. Obiettivo, la riscoperta del passato, spesso ritrovando nella cappelleria pezzi unici che sembravano dimenticati, e riproporlo così al presente. Antichità e modernità possono andare insieme e Martello ha intenzione di far conoscere al futuro tutti i suoi gioielli.

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