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Discoteche chiuse per le feste natalizie: a Cagliari la delusione e la rabbia degli operatori

Stop a feste e concerti, chiuse sale da ballo e discoteche sino al prossimo 31 gennaio 2022. La stretta del Governo, per contrastare la nuova avanzata del Covid-19, è arrivata proprio in queste giornate “calde” di festa con un decreto legge, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha introdotto nuove urgenti misure per il contenimento dell’epidemia.

Ecco allora lo stop alle serate di danza nelle discoteche, così come in locali similari. A Cagliari tanta la delusione da parte di un settore “bastonato” ampiamente nel corso di questi quasi due anni di pandemia. Negli scorsi mesi infatti si pensava a un graduale ritorno alla normalità, anche grazie all’introduzione del green pass obbligatorio, e a un possibile recupero delle perdite nel corso di queste feste natalizie. Ora invece è di nuovo chiusura.

“Siamo rimasti un po’ spiazzati. Sapevamo che ci sarebbero state delle ulteriori restrizioni per il nostro settore. Oltre al green pass, si pensava infatti all’obbligo di tampone negativo per l’accesso ai locali, limitatamente al periodo di Capodanno e gennaio, ma non a una chiusura totale”, le parole di Nicola Schintu dal “Room Club”.

Delusione, sì, per gli operatori e gli addetti ai lavori del settore, ma anche tanta rabbia. Perché questa chiusura rischia di determinare pesanti perdite per tanti, considerando infatti che le giornate di festa – tra notte di San Silvestro, Capodanno e Befana – avrebbero potuto portare tanta gente in pista. Un duro colpo, dunque, per chi coi balli ci lavora, pagando spese e tasse. “Ci siamo impegnati con i fornitori, con gli ordini etc. Ora ci ritroviamo con la merce e con i debiti, chiusi per un altro mese”, le parole di Schintu, che aggiunge “Gli aiuti ricevuti sono stati pochi e sembra che ci trattino come delinquenti. Come fatto in altri Paesi, avrebbero dovuto chiudere anche gli stadi, ad esempio, e dare a tutti l’aiuto necessario dal punto di vista economico. Ma da due anni a questa parte, ormai, non ci stupisce più niente”.

Parole simili anche da parte di Federico Cordeddu del “Soho” di via Newton a Cagliari. “Ci aspettavamo di lavorare almeno durante le feste. Dopo due anni di chiusura sarebbe stato un salvagente. E ovviamente annullare tutto così crea non pochi problemi economici, dato che dietro c’è un lavoro di programmazione. Il nostro è un settore martoriato, ma speriamo di vedere presto la luce”.

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