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A Sant’Elia l’arrotino. Coltelli affilati come un tempo: da Giuseppe i segreti di un antico mestiere

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Gira la “ruota” e affila i coltelli. Proprio come un tempo, al mercato domenicale di Sant’Elia c’è l’arrotino. Un mestiere totalmente scomparso in quest’epoca di modernità? No, ci pensa il cagliaritano Giuseppe Agus a tenerlo in vita da oltre vent’anni e a custodirne i misteri.

Una professione, come tante volte succede, iniziata prima dal nonno, poi ereditata dal papà. E oggi, 47 anni e infinita abilità, Giuseppe monta sulla sella della sua bicicletta e pedalando gira la caratteristica mola affila lame. Cosa facile? Neanche per idea, perché l’esperto sa che ogni “mola” è diversa a seconda del tipo di lama che si vuole affilare.

“Qui si affilano coltelli da cucina – spiega – anche se c’è qualcuno che mi ha chiesto di affilargli la roncola. Ma è molto raro e ci vuole una mola diversa, da montare sulla bici”.

E poi altri strumenti, come la pietra utile a togliere la “bavetta” dal coltello. “Ma bisogna saperla scegliere – spiega Giuseppe – questa, ad esempio, viene dalla cava delle miniere di Serbariu. Un amico ne ha portato un blocco intero ed è un po’ come in macelleria quando chiedi di tagliarti questo o quel pezzo: devi sapere scegliere, a seconda delle tue esigenze”.

Poi, dopo le chiacchiere, sotto con i pedali. Ci sono coltelli da affilare e Giuseppe torna in sella. Già, la sua bici, forse il tesoro più grande, per chi come lui sa che dopo forse potrebbe non esserci qualcuno a continuare la tradizione. “Questa bici me la volevano comprare caro, non se ne trovano più. Ma io non l’ho venduta. Era di mio padre e sarebbe come vendere qualcosa di me”.

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