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Ultima candela del Chanukkah in Castello: domenica di festa per gli ebrei di Cagliari

Ultima candela accesa per il Chanukkah. Per la comunità ebraica di Cagliari è domenica di festa.

Presso l’Associazione Chenabura di Castello, ecco allora l’ultimo lume del caratteristico candelabro a nove braccia , in ricordo del miracolo degli otto giorni riportato nel testo sacro.

Da domenica scorsa infatti un ciclo di accensioni, dalla prima all’ultima candela, a commemorare la fine dell’oppressione e l’inizio di un cammino di luce.

La storia racconta che, dopo la riconquista del Tempio di Gerusalemme dal tallone ellenico, nel II secolo a.C., la menorah, quella lampada a olio così caratteristica della religione, dovesse essere illuminata permanentemente con olio di oliva puro. Ma di questo se ne trovò solamente una quantità sufficiente per una giornata. Ecco allora che per miracolo quel poco olio durò ben otto giorni. Il tempo necessario per produrne altro. Dall’episodio deriva l’usanza dell’accensione del candelabro a nove braccia, chanukkiyah. Una candela al dì, da sinistra verso destra, con quella centrale sempre accesa.

Anche quest’anno, dunque, dopo le limitazioni imposte dal Covid nel 2020, la comunità ebraica cagliaritana, in costante crescita, ha scelto di condividere questa giornata nel segno dell’amicizia e della fratellanza.

Dolce tipico della festa è il sufganiyah, un bombolone fritto, alla crema o al cioccolato, che si gusta tutti insieme in lieta compagnia. Una gioia per il palato di tanti, di sicuro, ma non frutto della casualità. Il  fritto dell’olio infatti ricorda quello consacrato che ha tenuto accesa la luce del Tempio.

 

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