Site icon cagliari.vistanet.it

Accadde oggi. 17 novembre 1898: un nubifragio spazza via il ponte di Sa Scaffa

Prima della nascita degli stabilimenti balneari del Poetto – ai primi del XX secolo –, gli aristocratici cagliaritani erano soliti trascorrere le loro estati in quelli di Giorgino. Per questo, già nell’Ottocento, era nata la necessità di un sistema di ponti che permettesse la fruizione agevole di una località così lontana dal centro. Dopo i primi – e precari – esemplari in legno, si era quindi giunti a una struttura in ferro, progetto del talentuoso ingegnere napoletano Alfredo Cottrau ed emblema della nuova modernità cui Cagliari aspirava.

Il 17 novembre del 1898, però, l’ennesimo violento temporale si abbatté sul Campidano meridionale. Tanti furono i fabbricati distrutti – si parlò di circa di un terzo di quelli esistenti – e un centinaio le famiglie che rimasero senza casa. Analogamente, anche quel ponte tanto amato – motivo di enorme orgoglio per tutta la cittadinanza e perfino destinatario di lodi provenienti dalla stampa tecnica nazionale – crollò. Così Achille Sirchia, studioso della città, raccontò la tragica mattina: “I cagliaritani si svegliarono sbigottiti di non trovare più il loro bel ponte della Scaffa. Il pellegrinaggio sul teatro del disastro fu continuo e incessante”.

Un fatto analogo si era già verificato nel 1847, quando un temporale aveva distrutto lo stesso fondamentale collegamento, che allora era, però, in legno. In quell’occasione, si era perfino dovuto provvedere a modificare il percorso della processione di S. Efisio, che aveva quindi raggiunto Nora passando per Elmas, Assemini e Capoterra.

Dopo questo ennesimo crollo il ritorno obbligato a raffazzonati ponti di legno fu molto duro, per una città che aveva tanto amato quella struttura così moderna, e soltanto nel 1903 – dopo un lungo dibattito fra coloro che, invece, tessevano le lodi di una struttura lignea – Cagliari poté nuovamente contare su un ponte in ferro.

Exit mobile version