Nei primi anni del XVII secolo, l’Arcivescovo Desquivel fece sopraelevare il presbiterio per far scavare una finta cripta dedicata alle reliquie dei Martiri, a San Saturno e a San Lucifero.
Il soffitto, voltato a botte ribassata, è decorato con ben 584 rosoni (tutti diversi tra loro), alternati con punte a forma di diamante. Il Santuario è un’opera di incomparabile bellezza per i delicatissimi lavori di scalpello, per la straordinaria abbondanza di marmi, rosoni, nicchiette, contenenti, appunto, le reliquie dei Martiri (o presunti tali).
La volta a botte della cappella centrale è ribassata: sul soffitto compaiono 584 rosoni scolpiti all’inizio del Seicento con imitazione di foglie di acanto, di rosa, di vite, di fico e anche di qualche motivo non floreale. La peculiarità dei rosoni scolpiti a mano sulla roccia è data dal fatto che sono tutti diversi l’uno dall’altro.