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Tonino Puddu, vecchia gloria della boxe sarda: sempre vivo nel cuore il ricordo dei guantoni

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Una vita sul ring, quando la leggenda corre sui guantoni di Sardegna. Innumerevoli match, i ko inflitti agli avversari, l’orgoglio di rappresentare un popolo e un’Isola nella “nobile arte”. Oggi l’ex pugile Tonino Puddu, sempre innamorato della sua Villanova, ricorda questo e anche di più tra una passeggiata e l’altra nello storico rione cagliaritano: le emozioni e i trionfi nei pesi leggeri, le sconfitte e i riscatti. E soprattutto l’affetto infinito del suo pubblico, ancora oggi, a quasi cinquant’anni dalla fine della sua carriera, ha in sempre in mente le gesta, sue e di un’intera Sardegna.

Una data indimenticabile per Puddu rimarrà viva nel suo cuore e in quello degli amanti della boxe. A distanza di oltre mezzo secolo, anche per Tonino è sempre verde il ricordo di quel 5 settembre 1970, quando a Cagliari manda in ko tecnico, alla settima ripresa, il grande Enrico Barlatti, conquistando il titolo italiano dei pesi leggeri. Per il sardo la “manifesta superiorità” decretata dall’arbitro: i guantoni isolani vanno in trionfo. “Incassavo colpi, soprattutto quando attaccavo: volevo vincere”.

Dietro, però, c’è una giovinezza fatta di match quotidiani, in una Cagliari che, fra i ring della Passeggiata Coperta sotto il Bastione, l’Amsicora e viale La Playa, seguiva con passione il pugilato. E ancora prima, l’infanzia nella via San Giacomo, fatta di lavoro e di partite di calcio. Già, anche il pallone, non solo “scazzottate” per il giovanissimo Puddu. Tutto in una città, fra gli anni ’40 e ’50, che con coraggio prova a spalare le macerie della guerra, regalandosi nuove emozioni con lo sport. Poi Tonino, negli anni ’60, passa al professionismo e sono subito vittorie su vittorie.

“Coscia? L’ho cercato, io, tramite il mio procuratore, perché volevo la rivincita”. Come Apollo Creed contro Rocky Balboa, nel secondo film della saga. È il 31 luglio 1968, a San Benedetto del Tronto, Puddu viene sconfitto per la prima volta da Carmelo Coscia. Certo, le vittorie nei match successivi, in Italia, anche con avversari stranieri, sono storia, ma per un cagliaritano fiero e orgoglioso quella sconfitta è da riscattare. “Ce l’ho fatta anni dopo: ko alla seconda ripresa”. Era il ’72 e Puddu era già campione d’Europa.

Già, quel titolo europeo dei pesi leggeri, altra grande soddisfazione ricordata da Tonino. “Era il 1971, a Barcellona, contro Miguel Velasquez. Alla prima è finita in parità, ma ovviamente si doveva ripetere. Nella rivincita, a Cagliari, sono riuscito a batterlo”. Era il 31 luglio, 25mila spettatori ruggiscono il trionfo all’Amsicora. Da allora il grande Tonino riesce a inanellare vittorie dopo vittorie alla difesa del titolo. Nel frattempo, ciliegina sulla torta, per lui anche l’amore, suggellato dal matrimonio con Rita.

“Volevo il titolo mondiale dei pesi leggeri”, racconta l’ex pugile. Nell’ottobre 1973, Puddu combatte a Los Angeles. Ma l’incontro non va bene e alla decima ripresa viene sconfitto da Rodolfo Gonzalez, detto El Gato. Successivamente, a Cagliari, la sconfitta per ko dallo scozzese Buchanan e la perdita del titolo europeo. “Avevo capito che ormai avevo chiuso un ciclo, era finita. Prendevo anche meno colpi, dato che attaccavo poco per vincere”.

Oggi, prossimo agli ottant’anni, Puddu quasi rimpiange quei tempi. “Se potessi tornare giovane, risalirei sul ring”. Ma sorridente non nega le sue soddisfazioni. “Ho vinto la medaglia d’oro ai Mondiali militari, nel ’65. E unico sardo campione europeo dei pesi leggeri. Poi l’Oscar come miglior professionista e l’onorificenza di cavaliere della Repubblica”. Insomma, un grande orgoglio per l’Isola. Da metà anni Settanta i guantoni, almeno da professionista, sono appesi al chiodo, e oggi Tonino si gode la sua vita da pensionato. Ma i ricordi sono immortali nel suo cuore, pronti per essere raccontati.

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