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Granitari, ambulanti e bibitari: l’estate di fatica dei lavoratori del Poetto

Non solo vacanzieri o persone che si godono le ferie. Al Poetto, Ferragosto o no, c’è chi passa le giornate al lavoro. Al caldo e sotto il sole rovente: per gli ambulanti e i venditori questa è un’altra dura estate.

Non si parla solamente dei “classici” lavoratori dei chioschi, mai fermi. Così come degli intramontabili bagnini, sempre in servizio anche nelle giornate di festa. In spiaggia c’è anche chi macina chilometri per tirare su un po’ di soldini. E la fatica è davvero tanta, a volte il guadagno magro.

Li vedi passare carichi di mercanzie di vario genere. Asciugamani, racchette, orologi, oggetti per i cellulari. Oggi anche mascherine. Sono gli ambulanti stranieri, di varia nazionalità, che affollano le nostre spiagge per provare a vendere qualcosa.

Ogni ombrellone per loro è un obiettivo, un bagnante può diventare possibile cliente. I simpatici venditori sono di certo noti a tutti. Qualcuno si ferma a chiacchierare, c’è chi, di buon cuore, offre loro una bibita o un panino. Ma la sosta è sempre breve e i chilometri troppo lunghi. C’è una giornata da sgranare per portare a casa qualcosa.

Le storie dietro queste persone sono tante. Vengono da paesi lontani, africani o asiatici, sono giovani e hanno una famiglia da sfamare. E pazienza se il sole e il caldo sono insopportabili in questi giorni: il lavoro è più importante di ogni cosa.

Poi ci sono loro, i venditori di bibite, spesso stranieri. Nel forno del Poetto li senti urlare a squarcia gola “acqua, bibita, birra” e per lo spiaggiato assetato sono una manna dal cielo. Guadagni? Imprevedibili, giocano tanto le circostanze e la simpatia con la quale si riesce a conquistare il cliente.

Ma il mondo del lavoro ambulante è molto vario nelle spiagge. Un’immagine fissa della nostra infanzia sono sempre stati i venditori di cocco e giornali, oggi forse più rari, se non, i secondi, probabilmente in via di estinzione nell’era internet.

C’è chi invece, fortunatamente, è immancabile al Poetto, così come nelle varie spiagge. Sono giovani e volenterosi, lavorano tante ore e sono amati dai bambini. I venditori di granite sono attesi dai pargoli quasi quanto Babbo Natale, innamorati dei loro mille gusti gelati.

Inconfondibile è il loro trombettìo che fa destare tutti da sotto l’ombrellone. E non hanno bisogno certo di avvicinarsi alla gente, perché è esattamente il contrario: alle ore di punta c’è sempre una piccola folla davanti al loro carretto.

Si vende, sì, ma c’è sempre il tempo di un saluto o una breve chiacchierata. Poi sotto con il lavoro, i chilometri sono tanti e l’estate è ancora lunga.

 

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