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A Cagliari Andrea Oppo dice no al green pass nella sua gioielleria: «Un messaggio per la gente, per il futuro»

Da ieri, venerdì 6 agosto, green pass obbligatorio per l’accesso a svariati servizi. Ma a Cagliari c’è chi non ci sta. E non si tratta di un barista o un ristoratore, uno dei tanti esercenti delle categorie coinvolte, costretto al controllo del passaporto verde.

 

 

È l’iniziativa spontanea, in comune con altre realtà cagliaritane, di Andrea Oppo, dal 2004 nella storica gioielleria nella via Bacaredda, dopo avere ereditato la gestione di oltre mezzo secolo del padre.

 

 

Quella di Andrea non è una categoria coinvolta dal decreto, diversamente da bar, ristoranti, e svariate attività al chiuso, chiamate ad adottare misure di controllo del green pass, ma Oppo vuole comunque lanciare un segnale.

«Il mio è un messaggio per la gente, in vista del futuro». Oppo, membro del gruppo “Is pippius non si toccanta”, non è un ‘no vax’ e nemmeno un negazionista. Andrea è semplicemente un pensatore libero da condizionamenti di ogni genere, che ama documentarsi ed è convinto delle sue idee.

«Quello che stiamo vivendo è solo il primo tassello, ma siamo davvero convinti che domani non verranno coinvolte tutte le persone e le categorie lavorative in queste restrizioni?». Oggi a loro, domani a noi, poi a tutti, verrebbe dunque da pensare, con una sorta di rovesciamento della medaglia anche per chi oggi è favorevole alle attuali di misure.

E così, ecco il cartello esposto nella sua vetrina di via Bacaredda. #ilPassNonPassa, “Qui non chiediamo il green pass per entrare”. Una scelta nata dall’iniziativa di un esercente di Oristano, e che fra le attività del centro di Cagliari trova riscontro qua e là.

Andrea, però, ci tiene a rimarcare una cosa. Nessuno è contro qualcuno e da parte sua infatti massimo rispetto del pensiero di tutti, favorevoli e contrari a vaccino, green pass et similia. «Ma no a campagna discriminatoria, ci deve essere la libertà di scelta».

 

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