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Michele Mirabella a Carbonia: “Amo i vini, i formaggi, il pane carasau e le donne sarde. E non esattamente in quest’ordine”

“Amo i vini, i formaggi, il pane carasau e le donne sarde. E non esattamente in quest’ordine”. Ama la Sardegna Michele Mirabella, il “Professore” per gli italiani che sabato scorso ha chiuso la XIII edizione delle “Notti a Monte Sirai”. Nello scenario fenicio-punico dell’acropoli che dall’alto domina le miniere di carbone affascina e cattura l’attenzione del pubblico di Carbonia con lo spettacolo “Ma misi me per l’alto mare aperto…”, un coinvolgente viaggio su Dante in occasione del settecentesimo anniversario della sua morte. Senza tralasciare riferimenti ad altri grandi della letteratura, l’eclettico artista pugliese è accompagnato dal Duo Mercante (Rocco Debernardis al clarinetto e Leo Binetti al pianoforte).

Pur essendo già stato nel sito archeologico sulcitano per fare delle veloci riprese sui Fenici con una troupe tedesca, Mirabella non ne ricordava la bellezza ed esprime la sua gioia per avere avuto una seconda occasione.
Conosce la Sardegna dagli anni Settanta perché ha lavorato nei teatri di Cagliari e Sassari. A Cagliari, tra gli altri aveva firmato la regia dell’opera lirica Elisir d’amore.

Ma il suo interesse per l’isola sarda nasce soprattutto dai racconti e dall’amore trasmessi dal padre. Militare di carriera e comandante di un battaglione della Brigata Sassari durante la seconda guerra mondiale era stato in terra sarda dagli inizi del ’43 con le truppe della Sardegna-Corsica. “Di quell’amore è rimasto tanto. Mio padre mi parlava della Sardegna, mi raccontava la sua straordinaria bellezza. Da piccolo mi aveva anche insegnato “Dimonios”, l’inno che accompagnava la marcia militare”. Si diverte a canticchiarla il Professore. “Mi vengono ancora i brividi quando la sento perché mi ricorda mio padre”.
“Della Sardegna mi piace tutto, anche il Campidano che dall’aereo mette angoscia e, invece quando vai giù ti rendi conto che quello che vedi è grano”. Tremiti e Salento della sua terra, la Puglia, somigliano molto alla nostra isola per Mirabella. Ecco perché in terra sarda si sente a suo agio.
Nell’ora e mezza di chiacchierata l’autore, scenografo, sceneggiatore, conduttore televisivo trascina il pubblico con la sua grande abilità comunicativa. E’ un viaggio metaforico attraverso i secoli con la lettura dei versi del Sommo Poeta, senza tralasciare riferimenti ad altri grandi della letteratura. Le musiche di Mozart e Piazzolla fanno da sfondo ai versi di Dante che nel canto ventiseiesimo racconta del tragico viaggio di Ulisse sulle sponde del Mediterraneo, citando anche la Sardegna. “I giovani di oggi leggono e conoscono poco la poesia”, dice l’eclettico artista pugliese. “Un libro va letto, interpretato, testimoniato e tramandato, questa la sua esortazione”. Rimpiange la scuola dei suoi tempi il Professore, quando conoscere I Promessi Sposi e la Divina Commedia era un obbligo e conoscerli voleva dire condividerli. I giovani oggi non leggono la poesia, la loro lettura è solo quella dei social.
Tra gli applausi del pubblico che si alternano a versi, battute sulla pioggia che minaccia di chiudere in anticipo la serata, risate e musica Mirabella si congeda promettendo di tornare presto, forse già nel mese di settembre. “E dopo il teatro fate l’unica cosa veramente importante che farò anch’io, andare a cena” per gustare gli apprezzati sapori della nostra isola.
D.M.

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