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Ricordate? Simon Kjaer come Alessio Scarpi, quando il calcio è più di un gol: dall’ex portiere cagliaritano quell’intervento salvavita a Grassadonia

Il calcio, spesso, è ben di più di un gol. E spesso, certe reti rimangono eterne e regalano vittorie che non si dimenticano. Simon Kjaer, insieme a tutta la compagine danese, ne è stato una dimostrazione.  Nel momento in cui Eriksen, in quei bruttissimi momenti di Danimarca – Finlandia di Euro 2020, si è accasciato a terra, non ha esitato a intervenire con freddezza e lucidità in soccorso del compagno. E quelle prime manovre di rianimazione fatte dal super capitano sono state probabilmente decisive.

Per noi sardi il ricordo va inevitabilmente a 23 anni fa, a quel 29 novembre 1998, quando l’allora portiere del Cagliari Alessio Scarpi fece a Udine la parata più importante della sua carriera. Un intervento salvavita al compagno Gianluca Grassadonia.

La palla della vita, si sa, schizza qua e là a una velocità imprevedibile, ma l’estremo difensore di Jesolo seppe cogliere l’attimo e si tuffò al momento giusto. E da allora, oltre un ventennio dopo, il numero 1, orgoglio del calcio italiano con quel 10 in pagella eternato nelle pagine di cronaca sportiva, ricorda ancora quei momenti di paura e il suo preziosissimo intervento.

29 novembre 1998, Udinese-Cagliari: la paura nel rettangolo verde

29 novembre 1998, al Friuli va in scena Udinese-Cagliari. Guidolin contro Giampiero Ventura, per un’11a giornata autunnale di una ricca domenica di campionato. Una di quelle che oggi, tra anticipi e posticipi, è ormai solo un ricordo. I sardi sono sotto di un gol, realizzato nel primo tempo da Jonathan Bachini, che grazie  ai bianconeri – per loro un sesto posto a fine campionato – si leva la soddisfazione della convocazione in Nazionale. Nella ripresa, però, la paura si impadronisce dello stadio. Locatelli, uno contro uno con il cagliaritano Grassadonia, con quest’ultimo che rimane a terra. L’attaccante, nel tentativo di saltarlo, colpisce con il ginocchio la nuca del difensore, il quale perde i sensi.

Tutto in pochi secondi, l’intervento salvavita: «È stato istintivo. Non l’avevo mai fatto prima»

Al Friuli si continua a giocare, ma Scarpi capisce che qualcosa non va. E allora, spaventato, ma con la lucidità propria del suo ruolo, si fionda di corsa sul compagno steso a terra. Per Grassadonia è arresto cardiaco e Alessio non esita ad applicargli la respirazione bocca a bocca. «È stata una cosa istintiva – racconta l’ex portiere rossoblù, oggi 46enne – me ne ero accorto quasi subito, Gianluca non respirava più e allora gli ho applicato quella manovra». Ma se in questi momenti mantenere la giusta freddezza è difficile, lo è ancor di più quando di fronte hai un amico con cui hai condiviso tanti momenti dentro e fuori dal campo. «Non ho calcolato niente, mi sono solamente attivato per fare qualcosa per lui, un amico che era in stato di ghiaccio. Non so che cosa sarebbe potuto succedere».

Lieto fine della domenica, Scarpi: «Non l’avevo mai fatto prima»

Qualche secondo dopo, ecco in soccorso anche il dottor Indovina, medico sociale udinese. Nella ghiacciaia friulana però è lieto fine per Grassadonia, così come per tutto il calcio italiano. Gianluca infatti riprende a respirare. Per Alessio Scarpi intervento giusto al momento giusto. Mica male, verrebbe da dire, per uno totalmente digiuno di corsi Blsd o simili: «Non avevo seguito nessun corso – ricorda l’ex giocatore jesolano – avevo certamente letto o visto qualcosa, ma la prima pratica è stata lì, in quel momento».

«Eravamo tutti sotto shock»

La partita prosegue, Grassadonia viene portato in ospedale e lascia il posto a Centurioni. E Amoroso timbra il raddoppio dei friulani, con un po’ di complicità della difesa sarda, ancora tremante di paura: «Siamo rimasti tutti scioccati – racconta Scarpi – non era certamente roba da tutti giorni quello che abbiamo visto e tutti non c’eravamo con la testa».

Scarpi, un 10 in pagella da orgoglio: «Bellissimo rivedere Gianluca e riabbracciarlo»

Il gol di De Patre, negli ultimi minuti di gara, rende meno amara la sconfitta, che è solo sul campo verde. Perché infatti da quello della vita il Cagliari esce vincitore. E quel 10 in pagella assegnato dalla “Gazzetta dello Sport” continua a inorgoglire ancora oggi Alessio. “Salva una vita, mica un gol”. «È stato bellissimo, ma la cosa più importante è che per Grassadonia sia andato tutto bene. E qualche anno fa, a Coverciano, io e Gianluca ci siamo rivisti. Ed è stato bellissimo riabbracciarci».

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