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In Sardegna niente nascite: la proposta di legge che “non è solo un reddito di maternità”

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Nella maggior parte dei comuni sardi la popolazione residente continua a diminuire drasticamente. Soprattutto negli ultimi mesi dell’anno, quando si è particolarmente accentuata la variazione negativa delle nascite nell’Isola rispetto al 2019: a novembre il calo è del -8,2% e in quello di dicembre tocca addirittura il – 10,3%.

Sono i dati allarmanti di una Sardegna in cui lo spopolamento delle zone interne non concede tregua, evidenziati da Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito democratico, che rilancia la sua proposta di legge “per incentivare un equilibrato sviluppo sociale, economico e produttivo, promuovendo la formazione di nuove famiglie nei comuni interessati da spopolamento, attraverso interventi a sostegno della natalità”.

Un testo di 7 articoli che ha l’obiettivo di contrastare un fenomeno “che rischia di causare danni irreversibili, sia a livello economico che sociale, alla nostra regione”. Secondo i recenti dati Istat, infatti, la Sardegna registra il tasso più basso di natalità in Italia (5,1 nati per mille abitanti) ed è anche una delle regioni meno ‘motherfriendly’, cioè fra quelle che meno si impegnano a sostenere la maternità, come evidenziato dal rapporto di Save the Children che ogni anno include anche il cosiddetto ‘Indice delle Madri’.

La proposta di legge di Deriu, messa nera su bianco nel 2017 e ripresentata nell’attuale legislatura (attualmente giace da mesi presso la commissione sanità), si divide in “IncoraGiovani” e “AncoraGiovani”. Il primo prevede un contributo mensile di 700 euro per ciascun figlio per massimo sette anni, che decorreranno dal momento della presentazione della domanda. Poi, dal mese successivo alla scadenza del settimo anno, il 50 per cento del contributo dovrà essere restituito senza interessi in 360 rate.

Nel caso in cui, invece, il reddito della famiglia non permetta la restituzione del contributo, lo stesso non dovrà essere restituito. Il secondo intervento prevede invece l’esenzione totale dalle imposte regionali per un periodo non inferiore ai sette anni. Nella proposta di legge è indicata anche quali dovranno essere i criteri per scegliere le famiglie destinatarie dei contributi. Ad esempio la somma dell’età dei genitori e dei figli (minori e non) non dovrà superare i 55 anni per l’intervento “Incoragiovani”. “Se il padre ha 30 anni e la moglie 25 e il figlio 2 anni potranno godere del sostegno per sette anni”, spiega Deriu.

Il requisito essenziale, oltre all’età, è la residenza: i nuclei familiari devono risiedere nei comuni da almeno tre anni. Le risorse, se non si ha un reddito, potranno essere spese come meglio si crede. “Se si possiede già uno stipendio – aggiunge il consigliere dem – i soldi dovranno essere utilizzati per assumere una persona a collaborare con la famiglia. Un modo per cercare di incrementare l’occupazione in questi paesi dove l’economia è in fortissima crisi”. L’iniziativa “AncoraGiovani”, invece, prevede che le coppie la cui età sommata a quella dei figli dà come risultato un numero tra 55 e 75 potranno avere un’esenzione totale delle imposte regionali e altre agevolazioni per alcune tariffe. “Anche in questo caso si dovrà abitare in uno dei comuni a rischio spopolamento – precisa l’esponente del Pd – in modo da incentivare chi resta a vivere nel piccolo paese”.

Non si tratta dunque di un semplice reddito alla maternità, ma di “un incentivo a poter studiare mentre si hanno dei figli da giovani”. “Il nostro obiettivo – conclude Deriu – è quello di combattere lo spopolamento, la decrescita demografica e l’invecchiamento delle famiglie in modo radicale, strategico e durevole, cercando di dare anche importanti stimoli al tessuto economico produttivo della nostra Isola. Mi auguro che la giunta regionale non continui ad ignorare questo grave problema”.

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