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Lo sapevate? A Cagliari, nel quartiere Villanova, c’è una chiesetta che pochi conoscono

(Foto "Gente di Sardegna").

Tantissimi Cagliaritani non sanno minimamente dell’esistenza di una piccola e affascinante chiesetta inserita nel contesto del quartiere storico di Villanova.

Si tratta di una chiesetta campestre (ormai non più tale, considerato l’ampliamento della città) costruita nel XVII secolo, forse in seguito a un voto per la peste che terminò nel 1656. La chiesetta, intitolata a San Rocco, si trova a due passi dall’attuale mercato di San Benedetto e in antichità fu sede del Gremio dei Lattai fino al 1864. L’ingresso allo spazio della chiesa si trova in un vicolo attiguo a Piazza San Rocco, all’interno di un cortile, ma la chiesa non è più accessibile da quest’ingresso. Vi si accede da un cortiletto in via San Mauro. L’interno è a navata unica, coperta a capriate controsoffittate per assumere l’aspetto di una volta a botte ed è diviso in due da un arco diaframma che poggia su semplici pilastri in tufo conclusi da una semplice modanatura. In ognuno dei pilastri è incastonata una palla di cannone, probabilmente un altro ex-voto. L’altare maggiore in marmi policromi reca alla base del paliotto la data del 1814 ed è leggermente separato dal muro per poter realizzare la nicchia che accoglie la statua lignea di San Rocco, opera della metà del XVII secolo, forse della scuola del Lonis. Al Lonis invece è attribuita la statua di San Luigi Gonzaga, sempre di metà ‘700, in una nicchia alla sinistra dell’altare.

Sulla sinistra, di fianco al pilastro si trova un piccolo e semplice pulpito in legno, mentre a destra del portale si trova una piccola acquasantiera in pietra e la lapide di Rosa Melis Chiappe, morta nel 1817, ma questi due elementi sono attualmente semicoperti da una struttura in legno con le panche.

La chiesa attualmente è in buone condizioni ed è custodita dalla comunità di San Rocco di Padre Salvatore Morittu (Mondo X) che ne cura la manutenzione e ha eseguito alcuni restauri. Per visitare la Chiesa, che non è aperta al pubblico, bisogna infatti rivolgersi alla comunità, sempre in Via San Mauro.

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