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Salute e bellezza: la Tossilaggine, pianta spontanea che colora i campi sardi. Combatte la tosse e l’asma e purifica la pelle

Il mese di marzo porta, con il ritorno ufficiale della primavera, un’esplosione di colori nelle nostre campagne.

La rinascita della vita dopo il breve letargo invernale è uno spettacolo che allieta le nostre giornate e si può ammirare anche attraverso il finestrino di un treno o una passeggiata nelle periferie o nei viali alberati. E se di tale tripudio di colori e profumi non sono così felici le tante persone che come ogni anno devono tornare a combattere con le fastidiose allergie, è comunque giusto ricordare che numerose piante spontanee possono rappresentare dei validi alleati per la nostra salute.

È proprio in questo periodo, ad esempio, che sbocciano e si possono raccogliere i fiori di tossilaggine. Il termine non vi dice nulla, e non vi aiutano nemmeno gli altri con cui è volgarmente conosciuta quali farfaro, farfara, o piede d’asino? Nemmeno i nomi sardi ferru, erba de tùssiu, pei de molenti o pei de cuaddu, questi ultimi due dovuti alla forma larga, angolosa e dentellata delle foglie, fanno accendere la lampadina? Beh, siamo sicuri che con uno sguardo alla foto vi renderete conto di averla sempre conosciuta: il territorio sardo ne è infatti ricco con distribuzione comune, in particolare nei suoli argillosi umidi. Si tratta di una pianta perenne, che tra febbraio e aprile dipinge i bordi delle strade e dei campi con il suo giallo luminoso, specialmente dove il terreno è stato dissodato, mentre le foglie compaiono più tardi e vengono raccolte durante l’estate.

Ma quali sono gli scopi di questa raccolta? Diverse fonti bibliografiche e sitografiche dedicate all’erboristeria e alla fitoterapia ci assicurano che si tratta di una delle piante officinali più apprezzate in tali ambiti, soprattutto per le sue proprietà espettoranti e astringenti. Il suo nome, che nella letteratura scientifica è quello di tussilago farfara L., non vi deve infatti far pensare alla tossicità, ma alla tosse e alla capacità della pianta, già conosciuta anticamente, di agire su di essa per sedarla o eliminarla. Le tisane e gli infusi dei fiori vengono quindi utilizzati per la cura o l’attenuazione di accessi asmatici, bronchiti, laringiti, broncospasmi e altri disturbi dell’apparato respiratorio.

Ma non finisce qua. Sono note infatti anche le sue ottime proprietà antinfiammatorie, emollienti e lenitive, soprattutto per uso esterno, ma anche assumendo i decotti di foglie. In particolare, la pianta sarebbe indicata per le affezioni della pelle come foruncoli, eczemi, ulcere, e in generale per dare sollievo in caso di pelle sensibile o impura. Insomma, come spesso capita, una pianta particolarmente invasiva, spesso considerata comunemente “erbaccia”, può invece risolvere tanti piccoli problemi di salute senza dover ricorrere a farmaci più impegnativi. Come in tutti questi casi, ovviamente, è sempre meglio evitare il fai da te e farsi consigliare da una persona esperta riguardo a usi specifici e dosi consigliate, ma anche per essere certi di aver riconosciuto la pianta giusta!

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