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Ristoranti chiusi, dalla Marina la voce di Maurizio Dedoni: “Ho buttato via la merce, decisione improvvisa”

Domenica di zona arancione per Cagliari e la Sardegna. Nelle scorse ore il provvedimento che ha fatto discutere e non poco condizionerà la nostra quotidianità e limiterà le attività di bar e ristorazione. Da oggi, per 15 giorni almeno, salvo nuove disposizioni ministeriali, bar e ristoranti chiusi a pranzo e a cena. Consentito solamente l’asporto e il domicilio.

Cagliari zona arancione, la voce di Maurizio Dedoni da Sa Schironada: “Merce buttata”

Forte vento e tante serrande sprangate. Cagliari si presenta così nella sua prima domenica, dopo le feste, in zona arancione. All’ora dell’aperitivo strade semideserte. E dal cuore della Marina, da Sa Schironada, si leva alta la voce rabbiosa di Maurizio Dedoni, uno dei tanti ristoratori bastonati, con una decisione presa nel giro di poche ore. “Avevamo già prenotazioni e naturalmente già acquistata la merce – commenta – e ora si dovrà buttare il prodotto”.

Domenica di perdita per la ristorazione, tanta la rabbia e ancor di più l’incertezza: “Almeno oggi avrebbero potuto darci il tempo di organizzarci e farci lavorare”

Serrande abbassate per Sa Schironada, dunque. E allora tutti a casa e quella di oggi sarà una domenica di perdite pesanti, tanto più per un settore che da mesi va avanti nell’incertezza del domani, perché per Maurizio, e tanti come lui, le carte in tavola si possono cambiare in uno stretto giro di tempo. “Questo è un colpo forte, non so come attutirlo. Ma almeno oggi, domenica, avrebbero potuto farci lavorare e ci saremmo organizzati per la prossima settimana. Nei giorni di festa si lavora e avremmo evitati gli sprechi di prodotto”.

“Lavorare in questo modo non è più possibile”

“Lavorare in questo modo non è più possibile”, il commento amareggiato di Maurizio Dedoni, che dovrà limitarsi all’asporto solamente con il suo Bistrot nella via Sardegna. Il suo Sa Schironada dovrà chiudere le cucine e spegnere i fornelli. “Io parlo anche per i miei colleghi: chiudere da un giorno all’altro non è bene e non so quanti di noi potranno farcela”.

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