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“La Sardegna Venduta” di Nivola manifesto di chi dice NO alle scorie

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Il Museo Nivola di Orani pubblica un post allegando come immagine l’opera “La Sardegna venduta” di Costantino Nivola (il poster edito da Feltrinelli nel 1969 con un’amara riflessione sulla nascente speculazione edilizia sulle coste dell’Isola). L’immagine e il commento diventano subito virali.

“Tra i 64 siti idonei a ospitare il Deposito nazionale delle scorie e dei rifiuti radioattivi, 14 sono in Sardegna. Nessuno lo vuole, questo deposito. I Sardi non lo vogliono. “Eh, ma tutti devono fare la propria parte!” Ditelo alle spiagge avvelenate di Capo Teulada, alle terre di Quirra martoriate dalle bombe. Fatelo sapere agli abitanti del Sulcis, in una giornata di vento, quando l’aria è rossa di arsenico e metalli pesanti. 35.000 ettari di servitù militari, 56000 ettari di terra e mare inquinati: eredità di strategie di sfruttamento delle risorse naturali, di profitti a breve termine e di benessere illusorio. Oltre la retorica della Sardegna terra da cartolina, oltre la fanta-archeologia che vuole i Sardi eredi di civiltà gloriose, resta un’isola colpita duramente dalla crisi economica e sociale, che prova a ripartire dal turismo sostenibile e dall’agricoltura biologica.

Un’isola che può diventare un modello di sviluppo in armonia con la natura. A patto che non la si carichi di quest’ultimo fardello, non la si faccia cimitero delle scorie nucleari dell’Italia intera.
Costantino Nivola, che negli anni Settanta avrebbe sviluppato una forte coscienza ambientalista, già nel 1968 stigmatizzava le logiche politiche ed economiche che, pezzo a pezzo, sottraevano ai Sardi il proprio futuro. Oggi questa immagine ci invita a riflettere, a fare scelte consapevoli, a prendere posizione non per salvare il nostro orticello, ma per restituire pace a una terra antica, la Sardegna, che porta sulla pelle le cicatrici di un uso scellerato del suo territorio”.

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