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Fonni, bar aperti ma scuole chiuse. La sindaca Falconi risponde ai genitori sul piede di guerra

Un genitore, in forma anonima, ha rilasciato un’intervista a un noto quotidiano locale, per lamentare il fatto che a Fonni siano state chiuse le scuole ma non i bar e i ristoranti, tuonando “Il dirittto allo studio non viene garantito”.

La sindaca di Fonni Daniela Falconi ha affidato ai social una accorata e dettagliata lettera di chiarimenti, per quel genitore e per tutti coloro che si trovano a dover fare i conti con l’emergenza sanitaria e i figli a  casa.

La pubblichiamo integralmente:

«Caro genitore anonimo,

Mi sono già scusata con te e con tutti i genitori ma soprattutto con ogni bambino per la scelta lacerante che insieme alla dirigente e all’ats abbiamo dovuto fare martedì pomeriggio.
Però mi rendo conto che evidentemente non basta e c’è bisogno di un supplemento di chiarimenti.

Ecco i motivi della scelta:

Martedì mancavano da scuola 7 maestre. Alcune di loro positive al covid, alcune con sintomi riconducibili al covid e altre in quarantena perché contatti stretti di positivo (e quando parlo di contatti stretti mi riferisco a familiari conviventi). Alle scuole medie due classi sono in isolamento e un’insegnante che entra in più classi è risultata positiva. Sempre martedì oltre 30 bambini (purtroppo non ricordo a memoria il numero esatto) si sono assentati da scuola o sono stati portati a casa perché contatti con genitori o parenti positivi. Martedì in paese ci sarà un drive in che sottoporrà a tampone oltre 120 fonnesi tra cui diversi bambini, insegnanti, nonni.

Moltissimi tamponi sono stati fatti in questi giorni tra insegnanti e studenti. Alcuni fortunatamente hanno dato esito negativo, di tanti ancora non si conosce l’esito. Chi è in continuo contatto con me in questi giorni sa bene la fatica che si sta facendo per organizzare tutto. E io sto, e non so se è una fortuna o una sfortuna, interiorizzando ogni loro paura, preoccupazione, angoscia. Specie di quelle persone che hanno un loro caro in ospedale o a casa con sintomi davvero duri. Non so se ne usciremo migliori da questa cosa enorme, io sicuramente ne uscirò segnata. Ma questo non è evidentemente un problema di nessuno, è solo mio.

Questi e solo questi sono i motivi che hanno portato la sottoscritta, non da sola, a prendere questa decisione e che se si rendesse necessario sarà affiancata da altre. Nei prossimi giorni avremo un quadro più chiaro della diffusione del virus tra le famiglie, tra bambini e insegnanti e capiremo se sarà necessario uno screening tra tutta la popolazione scolastica e non solo. Lo decideranno i medici. E se la situazione sarà tale da consentirlo la scuola verrà immediatamente riaperta.

Mettere in contrapposizione i diritti, allo studio, al lavoro, alla salute non ci porterà da nessuna parte. Così come non ci porterà da nessuna parte cercare colpevoli. Sono pronta, quando questo incubo sarà finito e spero sia presto, a mettere in discussione, chiarire e parlare di qualunque cosa. Dalle scelte, alle decisioni, fino al mio mandato stesso. Per ora chiedo scusa a te, genitore anonimo, ai tuoi bambini, a tutti i bambini del mio paese. Anch’io come te avrei voluto un altro tipo di scuola per quest’anno. Ma non si poteva fare diversamente».

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