A Sassari numeri da zona rossa: così ha dichiarato il sindaco Nanni Campus in una conferenza stampa tenutasi stamattina. Il primo cittadino sassarese ha annunciato decisioni strategiche per gestire l’emergenza Covid.

“In rapporto ai tamponi – spiega Campus in una conferenza stampa convocata ad hoc – la percentuale di postivi è superiore al 20%, come nelle zone rosse dove è compresa fra il 20 e il 30%”.     Secondo i dati forniti da Campus, sono 193 le persone ricoverate negli ospedali di Sassari, di cui 15 in terapia intensiva e 21 in Pronto soccorso, in attesa di un letto nei vari reparti Covid.

“Serve la collaborazione di tutti – avverte il sindaco – ho chiesto all’Università e al commissario dell’Ats, Massimo Temussi, di utilizzare gli studenti di Medicina e di Scienze infermieristiche a supporto delle Usca e dell’Igiene pubblica. Potrebbero svolgere il loro tirocinio obbligatorio sul fronte Covid – suggerisce – in supporto alle unità professionali che sono in grosse difficoltà”.

Importante sarà anche l’aiuto dei medici dell’esercito per lo screening in modalità drive-in, con l’allestimento di un tendone attraverso il quale i cittadini passeranno a bordo delle auto per sottoporsi, solo previo appuntamento, a tampone rapido. Questo alleggerirà il carico che grava sulle strutture sanitarie.

La Sardegna ad agosto è stata al centro di un ampio dibattito politico dopo che il presidente Solinas aveva chiuso e poi riaperto le discoteche in seguito a un’impennata di contagi provenienti dai locali notturni. Report, questa sera su Rai3 alle 21:20, ha ricostruito le pressioni e i condizionamenti che hanno agito sottotraccia e che hanno indotto la politica a correre seri rischi nella gestione dei contagi.

“Si parlerà di sanità e di politica, dell’apertura delle discoteche questa estate, delle pressioni, delle dichiarazioni ufficiali del presidente della Regione in una delle sue poche apparizioni in Consiglio regionale, di documenti che nessuno ha mai visto e che sono stati alla base di scelte che hanno poi provocato molti problemi”, commenta il consigliere comunale Massimo Zedda. “Diverse di queste vicende sono state oggetto, in questi mesi, di interrogazioni, mozioni e iniziative varie. Abbiamo chiesto conto senza mai avere risposta”.

A distanza di più di otto mesi dell’esplosione della pandemia, l’Italia rimane uno dei paesi europei con più morti in relazione al numero di abitanti. Quali sono i motivi di questo triste risultato? E quanto ha inciso la politica nelle scelte sanitarie fatte lo scorso marzo e confermate anche in questa seconda ondata del virus? Emanuele Bellano ricostruirà con dati e documenti la catena di errori compiuti nella gestione dell’emergenza in Italia e guarderà anche all’estero, per capire cosa stanno facendo i paesi europei in cui contagi e morti da Covid-19 sono molto più bassi rispetto ai nostri.