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Porte chiuse alle 18: malumore e rabbia tra i gestori di bar e locali (VIDEO)

gestore caffè letterario via manno

C’è rabbia e poca voglia di parlare tra i titolari e i gestori dei bar e dei ristoranti del centro di Cagliari il primo giorno della nuova direttiva del governo inserita nell’ultimo Dpcm che impone ai locali la chiusura alle 18. La gente in strada è poca. L’acquazzone che si è abbattuto verso le cinque e mezzo ha complicato ancora di più una situazione già di per sé precaria. Se si sperava almeno di avere dei clienti fino alle sei, la pioggia non l’ha permesso, aggiungendo ulteriore malumore.

«Non ho voglia di parlare», «Lasciateci in pace, siamo arrabbiati», «Oggi non è il caso». Queste sono le risposte di  diversi gestori di locali alla nostra richiesta di intervista.  I tavoli bagnati dall’acqua piovana vengono portati dentro il più in fretta possibile, perché nessuno ha voglia di beccarsi un’eventuale multa. Abbiamo provato a entrare ma ci hanno detto di non voler rischiare, anche solo per una breve video intervista.

Qualcuno che ha voluto dire la sua però c’è stato. Giuseppe Pisano, titolare della Storica Pizzeria Manno, nell’omonima via. La porta del locale è chiusa, lui sosta all’ingresso. Accetta di rispondere alle nostre domande ma chiede di non essere ripreso in video. «La situazione è davvero pesante – dice – Avevamo quattro dipendenti, li abbiamo dovuti mettere in cassa integrazione, e uno di loro, che mi dava una mano a fare le pizzette, si è licenziato. Noi da domani faremo orario continuato per cercare di rifarci delle perdite che subiremo».

Augusto Mola, proprietario della creperia Black Sun 2 nel corso Vittorio Emanuele, è ovviamente amareggiato: «Stavamo pagando ancora le conseguenze del lockdown di marzo e aprile e la decisione di farci chiudere alle 18 è un’ulteriore duro colpo. Ma non ci arrendiamo. Da domani cambieremo gli orari in base all’afflusso di gente.  Per ora apriremo a mezzogiorno, poi all’orario di chiusura allestiremo il banchetto per l’asporto all’ingresso del locale. Faremo anche consegne a domicilio. Crediamo che così facendo diamo un segnale al cliente che noi il contatto con loro lo continueremo ad avere, anche in questo modo. Sugli aiuti promessi metto un punto interrogativo».

Nel frattempo, per il 28 ottobre è prevista una manifestazione dei commercianti e titolari degli esercizi pubblici a Cagliari e in altre nove città come Firenze, Milano, Roma, Verona, Trento, Torino, Bologna, Napoli, Catanzaro, e a Bergamo. «Occuperanno contemporaneamente alle 11.30 le piazze di 11 città – spiega Fipe-Confcommercio, che promuove l’iniziativa – per ricordare il valore economico e sociale del settore, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e per chiedere alla politica un aiuto per salvaguardare un tessuto di 340 mila imprese che prima del Covid-19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno».

Anselmo Paganesi, titolare Caffé Letterario di via Manno sta finendo di riempire un vassoio di paste da dare a uno degli ultimi clienti di oggi. Come tutti gli altri, nel suo volto traspare amarezza, ma accetta comunque di rispondere a qualche domanda nel video qui sotto.

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