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Sardegna come arte, architettura, cultura: i gioielli della nostra Isola

Tra castelli, bastioni, chiese, sculture, la Sardegna è una delle regioni più ricche di tesori artistici e architettonici d’Italia. Millenni di storia che raccontano un passato mitico ma anche grandissimi maestri dell’arte contemporanea apprezzati in tutto il mondo.

La nostra terra, oltre alle bellezze paesaggistiche, ha moltissimo da proporre come offerta culturale e artistica. Vi porteremo, in tre appuntamenti, alla scoperta di 5, tra protagonisti e monumenti, luoghi e grandi personalità da non perdere in Sardegna.

Bosa – Castello dei Malaspina

L’imponente e scenografico complesso domina Bosa, uno dei borghi medievali più belli d’Italia, dall’alto. Fu costruito in varie fasi a partire dal XII secolo in cima al colle di Serravalle dalla nobile famiglia toscana dei Malaspina. Subì varie modifiche prima del lento abbandono, ma la struttura è stata ben conservata. Dentro le mura c’è la bellissima Chiesa di Nostra Signora de Regnos Altos (XIV-XV secolo), impreziosita da affreschi spagnoli. Dal castello si può godere di uno spettacolare panorama sui tetti e sulle case inconfondibili dalle facciate multicolori del centro storico di Bosa e, sulla riva opposta del fiume Temo, sulle antiche concerie bosane e sul Ponte Vecchio.

Cagliari – Bastione Saint Remy

Il Bastione di Sanit Remy, nel cuore del centro storico cagliaritano, è senza dubbio uno dei monumenti più belli e apprezzati del capoluogo sardo, oggi al centro di una difficile, lunga e laboriosa riqualificazione. Anche se molti lo chiamano più semplicemente “Bastione”, il nome per esteso di questa fortificazione, costruita nel XIX secolo per collegare i quartieri di Villanova e Marina con Castello, è “Bastione Saint Remy”, un nome che suona quasi francese e di cui molti non conoscono l’origine.

La spiegazione è molto semplice: il primo viceré piemontese che governò la Sardegna dal 1720 al 1723 dopo quattro secoli di dominio spagnolo, si chiamava Filippo Guglielmo Pallavicini, ed era il barone di Saint Remy, un piccolo centro dell’allora Ducato d’Aosta che oggi si chiama Saint-Rhemy en Bosses. Da qui il nome che ancora oggi identifica lo splendido monumento cagliaritano.

Il bellissimo spazio espositivo della passeggiata coperta e la maestosa terrazza Umberto I, furono progettate nel 1896 da Giuseppe Costa e Fulgenzio Setti. L’imponente struttura venne inaugurata nel 1902. Durante il corso degli anni, la passeggiata coperta venne utilizzata inizialmente come sala banchetti; durante la guerra divenne un’infermeria e successivamente rifugio per gli sfollati durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1948 ospitò la prima edizione della Fiera Internazionale della Sardegna.

Nel 1943, la scalinata a doppia rampa e l’arco di trionfo furono gravemente danneggiati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che distrussero buona parte del centro cittadino; tuttavia, qualche tempo dopo, le parti distrutte vennero fedelmente ricostruite.

Scultura – Costantino Nivola 

La sua vita, le sue sculture, i suoi lavori hanno reso lo scultore e artista di Orani immortale. Le vicende avventurose legate alla sua vita sarebbero degne di un romanzo. Fondamentale il suo lavoro nell’arte applicata all’architettura. Costantino Nivola nacque a Orani nel 1911, sesto di dieci figli: l’artista ha sperimentato nell’infanzia la difficile vita di una famiglia povera nella Sardegna rurale del primo Novecento.

Fin da giovane, nel 1926, è assunto come apprendista dal pittore Mario Delitala per i lavori di decorazione dell’Aula Magna dell’Università di Sassari. Prosegue gli studi a Monza e qui la vicinanza ad un ambiente fervido come quello milanese contribuiscono ad accelerare il ritmo delle sue ricerche stilistiche e lo portano a confrontarsi con la questione, destinata a diventare per lui prioritaria, dell’arte applicata all’architettura. Nel 1936 entra come disegnatore alla Olivetti di Milano grazie a Ruth Guggenheim, giovane ebrea tedesca rifugiatasi in Italia per sfuggire ai nazisti. Le sue posizioni nei confronti del regime si fanno sempre più critiche e nel 1938 gli eventi precipitano: davanti alla minaccia delle leggi razziali sposa Ruth e si reca con lei a Parigi e da qui parte per gli Stati Uniti.

Nell’opera di Costantino Nivola si afferma una concezione dello spazio dilatata e priva di centro, distesa per lo più in orizzontale: una spazialità associata alla decorazione. La Sardegna tutta sarà comunque sempre presente nei pensieri dell’artista costituendo il punto di partenza della sua ricerca.

Oltre alle numerose iniziative in campo artistico insegna al Carpenter Center per le arti visive della Harvard University (1973-75) e all’Università di Berkeley (1978-80). Muore a Long Island il 5 maggio 1988. Famose sue opere sono ammirate in tutto il mondo, a Orani si trova il museo a lui dedicato, mentre a Cagliari è possibile ammirare diverse sue opere sotto il Consiglio Regionale.

Arte sacra – Maestro di Castelsardo 

Il Maestro di Castelsardo, che può essere considerato la più grande espressione del Rinascimento sardo, un artista di primissimo piano nella pittura isolana. Fu un pittore (e anche scultore) attivo tra il XV e il XVI secolo la cui identità è ancora oggetto di studio. Alcuni lo identificano con Gioacchino Cavaro, altri con Maiorca Martin Tornèr. Si ipotizza si fosse formato a Barcellona dove sono presenti suoi lavori e tornò nel XVI secolo. Fu esponente della pittura sardo-iberica, di carattere gotico in cui sono presenti alcune novità del rinascimento italiano. L’anonimo pittore fu denominato il Maestro di Castelsardo dal critico Carlo Aruche nel 1926 basandosi sulla sua opera della cattedrale di Castelsardo. La sua notevole apertura culturale è il frutto della circolarità di opere e di artisti che caratterizza la Sardegna del periodo, divenuta centro di confluenza delle istanze della rinascenza italiana e della cultura catalana e fiamminga.

Realizzò inoltre in Sardegna il Retablo della Porziuncola e quello di Santa Rosalia a Cagliari, il Retablo della Trinità a Saccargia e il Retablo di Tuili nel 1489. Di recente è stata identificata la famiglia committente del retablo di Castelsardo, si tratterebbe dei Guzmàn, potente famiglia castigliana imparentata con i Borgia.

Foto: una tavola del retablo del Maestro di Castelsardo, nella cattedrale di Castelsardo.

Alghero – Mura e bastioni 

Alghero conserva ancora gran parte delle mura che storicamente la cingevano. Queste mura da sempre custodiscono il ricordo dell’importanza strategica di questa città-fortezza al centro del Mediterraneo e da sempre custodiscono la sua anima.

Le prime mura intorno alla città furono erette ai tempi dei Doria, intorno alla seconda metà del 1100. Alla fine del XIII secolo furono ricostruite ed allargate. Durante il periodo Aragonese, durante il quale il tracciato rimase quello genovese con 26 torri, non subirono grosse modifiche; solo interventi minori vennero eseguiti senza alterarne il perimetro.

La necessità di ridisegnare il circuito murario, ormai in pessime condizioni, divenne impellente all’inizio del 1500; i lavori si protrassero per decenni, ma soltanto la parte che dà sul mare fu ricostruita, mentre quella a terra rimase un punto di debolezza, tanto che nei due secoli successivi, 1600 e 1700 furono molti i tentativi di riprogettarne il rafforzamento ma tutti rimasero incompiuti.
Con la cancellazione di Alghero dal novero delle città di importanza strategica per la difesa, avvenuta col regio decreto del 25 aprile 1867, anche le mura persero d’importanza e iniziò uno smantellamento della parte lato terra per favorire l’espansione urbanistica. Furono così abbattuti i bastioni dello Sperone e della Maddalena. Fortunatamente si sono salvate le torri cinquecentesche e il lato a mare delle mura. Oggi sono arrivate sino a noi 8 torri e ce ne sono altre 11 al di fuori del territorio cittadino.

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