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Accadde oggi. Il 1° settembre 1986 moriva Erminio Bercarich, il “George Best” del Cagliari, tra genio e sregolatezza

erminio bercarich

di Mario Fadda

Il 1 settembre del 1986 si spegneva a Roma uno dei più forti attaccanti ad aver vestito la maglia del Cagliari: Erminio Bercarich. Era nato a Valdarsa, nell’Istria orientale, l’8 novembre 1923, cresciuto nella Eneo, piccola società fiumana, in piena Seconda Guerra mondiale disputa la I Divisione tra le file del Littorio Fiume. Nel 1945 si trasferisce alla Reggina, mettendosi talmente in luce da meritarsi l’appellativo di “Stella del sud”. Dopo aver giocato in Serie A col Venezia, nel 1950 si trasferisce per una stagione a Prato e dalla Toscana, nell’estate del 1951 giunge al Cagliari.

I rossoblù guidati da Federico Allasio (padre della nota attrice Marisa), vogliono tentare la scalata alla Serie B, Bercarich è la punta di diamante di una squadra ben attrezzata per centrare quest’obbiettivo. Il 23 settembre 1951 – alla terza giornata,  nel nuovo stadio “Amsicora” appena concesso al Cagliari dalla Società Ginnastica Amsicora in sostituzione del vecchio campo di “Via Pola” – manda la folla in visibilio segnando tre reti (le prime col Cagliari), nella vittoria per 5 a 0 sulla malcapitata Maceratese.

Nel 1951-52 realizza 30 reti in 36 incontri. Nel girone finale per la promozione alla Serie B il Cagliari sbaraglia le avversarie e guadagna senza problemi la serie superiore. L’anno successivo, nella serie cadetta, è meno incisivo, ma arriva a realizzare ulteriori 12 segnature in 27 incontri. Con 42 reti Erminio Bercarich occupa l’ottavo posto tra i bomber più prolifici della storia rossoblù. Ottava piazza che condivide con “Pattolino” Marco Sau, attualmente primatista sardo di reti in Serie A con il Cagliari. Bercarich dopo la sua seconda stagione cagliaritana si trasferisce al Legnano (Serie A), anche a causa dei dissidi avuti con l’allenatore Allasio.

Bercarich – alto di statura, particolarmente versato nel gioco aereo, ma abile anche nel dribbling e nelle azioni rapide – non era l’esatto esempio di atleta modello. Spesso faceva tardi la sera e oltre al fumo, non disdegnato da tanti altri calciatori all’epoca, aveva una grande passione per il poker e a volte eccedeva con i drink. Questa vita sregolata lo porterà lontano da Cagliari. Tra il 1956 ed il 1958 ritorna in Sardegna per vestire la casacca biancoblù della Carbosarda di Carbonia. Poi ritorna alla sua amata Reggina e ritorna al Carbonia per chiudere con il calcio giocato al termine della stagione 1961-62.

Una volta terminata l’attività agonistica si mantiene per qualche anno svolgendo il lavoro di elettricista. Dopo poco tempo ritorna a Cagliari, e la Società grata per i suoi trascorsi in rossoblù, gli offre un posto in segreteria, ma non sa sfruttare questa occasione e ritorna a Roma. Qui vive di espedienti, fino a divenire un barbone, il suo fisico comincia ad essere minato da una malattia che lo sta lentamente indebolendo, la cirrosi epatica. Durante i primi anni ’80 finisce per vivere in una carcassa d’auto in zona Porta Pia. Alcuni amici e club di tifosi nel 1985 lanciano delle sottoscrizioni per aiutarlo, in Sardegna il Cagliari Club “Marius” raccoglie una discreta somma che viene personalmente consegnata al grande campione. Purtroppo la malattia ha già fatto troppi danni, Erminio Bercarich muore a soli 62 anni dimenticato da tutti. Bercarich detiene il primato della media reti più alta col Cagliari con 0,66 reti a partita, superiore anche a quella di Gigi Riva.

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