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(VIDEO) Flash mob delle Sentinelle in piedi: “Difendiamo la libertà di pensiero”

Sentinelle in piedi 2020

Rosario in mano, libri di Orwell, Adinolfi, Anna Frank. Le “Sentinelle in piedi”, (rete di persone che si riuniscono periodicamente per “vigilare su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’essere umano e la civiltà”), dicono no al disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e la misoginia, ritenendolo un “pericolo per la libertà di pensiero”. La locandina dell’evento recita “#restiamoliberi – In piedi contro la legge liberticida sull’omotransfobia”. 

Circa un centinaio si è riunito questa sera nella terrazza del Bastione di Cagliari, in silenzio, ognuno con la testa china su un libro. Qualcuno ha indossato una maglietta con scritto “Giù le mani dai bambini”. «Vogliamo difendere la libertà di poter dire che siamo contro l’ideologia gender – dicono – Questa proposta di legge lede i diritti degli eterosessuali. Assistiamo a una crescente eterofobia».

Il flash mob è stato contestato da un gruppo di circa duecento manifestanti per i diritti Lgbt. Qualcuno tra le Sentinelle in piedi gli ha dato le spalle. Ci sono stati momenti di discussione e confronto, talvolta accesi, tra le due parti, ma tutto si è svolto in maniera pacifica. 

La scelta di riunirsi oggi non è casuale: proprio oggi, infatti, è in discussione in Parlamento il Disegno di legge oggetto delle critiche delle Sentinelle in piedi e dei partiti di centrodestra, Fratelli d’Italia e Lega in primis. Il Dl porta il nome del deputato promotore, Alessandro Zan del Pd e raggruppa in un unico testo i cinque Ddl di Laura Boldrini (Pd), Ivan Scalfarotto (Italia Viva), Mario Perantoni (M5S) , Giusi Bartolozzi (Forza Italia) e lo stesso Zan. 

Il testo modifica gli articoli 604 bis e ter del codice penale, includendo “il genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere” nella struttura dei reati fondati su motivi razziali e religiosi, intervenendo a tutela delle persone LGBT+ e punendo chi istiga a commettere, o commette, atti di discriminazione, violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Secondo i promotori, il disegno di legge non tocca la libertà di pensiero.

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