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Is Mirrionis, una siringa nel piatto dei gatti: una minaccia per chi si occupa dei mici randagi?

«Mi occupo della piccola colonia felina nata spontaneamente tra via Argonne e via Castelli – ci raccontava un il volontario che ha preferito rimanere anonimo– ogni mattina, vado a dare da mangiare ai gatti prima possibile, proprio per non disturbare nessuno ed evitare problemi. Mi accerto che più o meno riescano a mangiare tutti, poi pulisco e vado via». Questo succedeva un anno fa, quando Vistanet raccolse la testimonianza di un uomo che si occupava dei gatti randagi della zona, ma per questa sua attività erano sorti dei problemi.

L’uomo si occupa di piccolo gruppo di gatti, circa una decina, completamente a proprie spese, tiene sempre lo spazio in ordine e pulito, ma nonostante questo dai condomini vicini alcuni si lamentano più o meno velatamente. Lo scorso anno addirittura un giorno qualcuno ha cominciato a lanciare sassi, tanto che uno aveva anche colpito il volontario che si era poi rivolto alle forze dell’ordine.

Recentemente i problemi sono ricominciati, e dalle minacce a parole che sono state riferite al “gattaro” si è passati a qualcosa di più concreto. Due giorni fa infatti il volontario ha trovato in uno dei piatti che utilizza per dare da mangiare ai gatti, una siringa. «Ovviamente non so chi l’abbia messa – spiega il volontario – ma visto che sono ricominciate le lamentele, faccio fatica a pensare che quella siringa non sia stata messa sul piatto proprio per intimorirmi».

L’uomo naturalmente oltre che per sé teme per i gattini, ha paura che possa venire fatto loro del male: «C’era una cucciolata qualche tempo fa ed è sparita. Non posso certo sapere cosa sia successo, magari è stato una cane, chissà. Io ho avvisato le forze dell’ordine per l’episodio della siringa – conclude l’uomo – ma non so fino a che punto servirà. Continuerò ad occuparmi dei gatti cercando di diventare quasi invisibile, all’ombra di queste minacce, ma non posso abbandonare i gattini, soprattutto quelli piccolini non sopravviverebbero».

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