Ma torniamo a Emilio Mele: il giovane fu spinto nel laghetto, si dice forse per non aver voluto fumare uno spinello, e nessuno dei presenti fece nulla per aiutarlo mentre era in difficoltà. Per tre anni le indagini, iniziate subito dopo il delitto, non avevano portato a risultati concreti. La svolta si ebbe grazie alla testimonianza di una signora che sentì i discorsi di suo figlio con un amico: il giovane sosteneva che il suo interlocutore (Tiziano Locci) era il responsabile della morte di Emilio e che lui aveva visto tutto. La donna raccontò tutto ai carabinieri e le successive indagini, dimostrarono che era stato proprio Tiziano Locci a spingere Emilio nel laghetto. Il ragazzino non sapeva nuotare e le sue grida di aiuto non vennero ascoltate. Nel 2000 venne confermata la condanna per Locci come responsabile della morte di Emilio Mele.
Nella foto di Alessandro Congia la targa ai piedi del Monte Pauliara, la zona di Poggio dei Pini dove annegò Emilio, fatta realizzare da amici e parenti del ragazzo in suo ricordo.