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I pasti dell’Ersu ai tempi del Covid? Panino a pranzo e a cena. Protestano gli studenti

panino-prosciutto

I cucinini delle aree comuni sono interdetti a causa delle norme anticovid e le mense non possono garantire pasti caldi e cucinati. Così il menù degli studenti diventa un pasto “al sacco” a pranzo e a cena, sei giorni su sette, con la domenica lasciata completamente scoperta.

L’associazione di rappresentanza studentesca Unica 2.0 protesta parlando di «derrate alimentari».

«Apprendiamo stasera con tempistiche a dir poco discutibili, essendo passati ormai quattro mesi dall’inizio di questa crisi, attraverso una nota informativa dell’ente come abbiano intenzione di gestire il servizio pasti – si legge in una nota di Unica 2.0 -. Leggendo il menù sembra quasi di trovarsi di fronte a un reperto della grande guerra. Quel che viene offerto non è degno di essere chiamato pasto, al massimo derrata alimentare».

«Gli studenti – si legge ancora – ogni giorno saranno costretti a mangiare gli stessi cibi (un panino al sacco, con la sola variante dell’affettato che contiene, ed un frutto) sia a pranzo che a cena, in barba alla necessità della varietà alimentare. Il servizio, su prenotazione, coprirà solo sei giorni alla settimana dal lunedì al sabato, come dovrebbero mangiare gli studenti delle case dello studente la domenica dal momento che i cucinini sono interdetti per le norme anti-covid emanate dall’ente stesso?».

Menù servizio pasti ERSU Cagliari

«Peraltro la necessità di prenotazione comporta numerose criticità – osservano gli studenti – l’obbligo di prenotare i pasti entro le ore 15:30 del giorno prima, fatta eccezione per il pasti del sabato che devono essere prenotati addirittura entro la stessa ora del giovedì, quindi due giorni prima. L’unico punto di erogazione del servizio sarà per tutti gli aventi diritto quello di via Trentino, creando il rischio di code molto lunghe qualora in tanti ne fruissero e rendendo enormemente complicato l’accesso per tutti coloro che abitano distanti. Al momento peraltro impossibile sapere come verrà gestita l’offerta di un’alternativa ai menù fisso previsti come nei casi di intolleranze alimentari o scelte dietetiche per motivi etici o religiosi. Siamo in guerra, evidentemente, ma è una guerra delle istituzioni contro gli studenti che esse dovrebbero tutelare».

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