Come migliaia di città nel mondo, anche Cagliari è scesa in piazza contro il razzismo con lo slogan “Black Lives Matter” (Le vite dei neri contano). Oggi pomeriggio piazza Garibaldi si è riempita di persone, diverse centinaia, con cartelli e slogan contro le discriminazioni razziali e di genere, per i diritti civili, contro i decreti Sicurezza voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Sono stati osservati 8 minuti e 46 secondi di silenzio, tutti in ginocchio, il tempo in cui George Floyd, l’afroamericano brutalmente ucciso il 25 maggio a Minneapolis da un poliziotto bianco che l’ha soffocato tenendo un ginocchio sul collo, mentre gli altri tre agenti stavano a guardare nonostante l’uomo gli implorava di smettere perché non riusciva più a respirare, è stato sotto la presa del poliziotto. Da quel momento in poi sono esplose le proteste, dapprima in tutti gli Stati Uniti e poi nel resto del mondo.
Moltissimi i giovani presenti in piazza Garibaldi, ma anche tante famiglie con bambini. Tutti rigorosamente con la mascherina e distanziati. Dalla scalinata della scuola Riva si sono susseguiti interventi da parte di leader studenteschi, rappresentanti di associazioni femministe e immigrati di vecchia e nuova generazione. «Black Lives Matter, non posso respirare», è stata tradotta da varie persone di nazionalità diverse, ognuna nella propria lingua: etiope, francese, inglese, dialetto africano, arabo. Sono stati commemorate anche le vittime dell’ultimo naufragio al largo delle coste della Libia: 15 morti annegati, tra cui due bambini. E poi ancora, cartelli con le foto delle vittime degli abusi di alcuni agenti di polizia in Italia e foto dei braccianti agricoli morti nelle baracche dove vivevano in condizioni disumane. Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, l’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda e alcuni consiglieri comunali e regionali.