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I 50 anni dello scudetto del Cagliari, i cavalieri che fecero l’impresa: Giulio Zignoli

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Cresciuto nelle giovanili del Milan, classe 1946, Giulio Zignoli venne acquistato dal Cagliari nel 1968 come riserva di Longoni in quella stagione in cui il campionato venne vinto dalla Fiorentina.

Nella stagione della grande impresa, venne, invece, promosso titolare non deludendo le aspettative del mister e della società. Nell’anno del tricolore giocò ben 25 gare su 30.

Taciturno, in campo sapeva ripagare la fiducia che Scopigno gli concedeva, apprezzando la sua agilità difensiva sulla fascia sinistra.

«Era un ragazzo molto silenzioso, ma di grande umiltà e con una gentilezza fuori dal comune. – ricorda Gigi Riva commosso – Tecnicamente non aveva piedi molto buoni, una tecnica individuale importante, ma aveva una grinta pazzesca. Una grande determinazione. Qualunque giocatore gli chiedessi di marcare lo marcava e non gli faceva toccare palla, era molto veloce. Una persona umile e intelligente sulla quale potevi contare nello spogliatoio, parlava poco, ma quando interveniva lo faceva con intelligenza».

Dopo aver vinto lo scudetto, torna al Milan nell’estate seguente, dove però perde la maglia da titolare conquistata da Aldo Maldera.

Chiude la sua carriera calcistica a Seregno in serie C nel 1977 per poi dedicarsi all’imprenditoria: a Lugano, aveva aperto un negozio di arredamento d’interni.

È stato, nel settembre 2010, il primo dei cavalieri dello scudetto a lasciare questa terra. La sua faccia da bravo ragazzo gli fece guadagnare l’appellativo di “pretino” da parte dei compagni di squadra.

«Lo chiamavamo il pretino della squadra, perché da bambini era stato in un collegio di preti. Un grande marcatore con il viso d’angelo, ma cattivissimo in campo», ricorda, invece, Beppe Tomasini.

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