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Pesce d’Aprile: la storia e le origini dello scherzo più famoso dell’anno

Probabilmente tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati vittima di uno scherzo – più o meno riuscito, e più o meno felice – in occasione del 1° aprile. Ma qual è la storia di quella che è una vera e propria giornata internazionale della burla?

Copenaghen. Installazione scherzosa realizzata per il 1 aprile 2001, durante i lavori della metropolitana.

Sono tantissime e diverse fra loro le teorie che cercherebbero di ricostruire le radici del tradizionale scambio di scherzi del 1° aprile. La più accreditata, però, sembrerebbe quella che va a inserire la nascita dell’usanza nel contesto della Francia del XVI secolo. Fu allora, infatti, e più precisamente nel 1564, che con la bolla papale Inter gravissimas papa Gregorio XIII sancì il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano, introducendo così un calcolo dei giorni basato sull’anno solare. Fino ad allora l’inizio dell’anno era quindi stato celebrato il 25 marzo, con una serie di festeggiamenti che culminavano per l’appunto il 1° aprile, giorno in cui uomini e donne erano soliti scambiarsi doni e prendere parte a sontuosi banchetti. Con l’introduzione però del nuovo calendario queste celebrazioni furono anticipate al 1° gennaio, un uso al quale andarono a contrapporsi i più tradizionalisti, che tenacemente rimasero invece legati ai festeggiamenti del 1° aprile. Questo attirò l’ilarità generale, ed era facile che i più ortodossi fossero oggetto di scherzi o addirittura venissero invitati a feste fantasma dai loro concittadini. Poiché si trattava poi del periodo in cui il sole lascia il segno dei pesci, queste vittime presero il nome di “pesci d’Aprile”.

Fra le storie che ruotano attorno alla tradizione se ne trovano però alcune ben più antiche, riconducibili addirittura all’età classica. In Italia, invece, è diffusa la leggenda secondo cui il 1° aprile sarebbe un giorno estremamente sconsigliato per le uscite in mare, e quindi per la pesca, dato il risvegliarsi dell’indole scherzosa della Sirena Partenope, la quale trasformerebbe in pesci i marinai più sprovveduti. Un’usanza che, a Napoli, pare inducesse alla preparazione di dolci di cioccolato a forma di pesce, da offrire come compenso agli sfortunati pescatori.

 

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