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La Cagliari che non c’è più: la chiesa di San Nicolò dei Napoletani, ecco dove si trovava

La chiesa di San Nicolò dei Napoletani sorgeva in un’area situata all’angolo tra le attuali piazza del Carmine e via Sassari, nel quartiere Stampace. Venne demolita nel 1869. Si trovava esattamente davanti all’Hotel Flora, a destra dell’attuale Palazzo delle Poste in Piazza del Carmine. Le suppellettili, gli argenti, le statue e i dipinti furono sistemati nella chiesa di Sant’Anna.

 

La chiesa fu fondata per volere del Principe Don Nicola Pignatelli Aragon, nominato viceré di Sardegna nel 1686.

La leggenda racconta che il Principe si trovava a bordo di una nave con tutta la famiglia quando si trovò in mezzo a una burrasca. Temendo per la propria vita e per quella dei familiari, il Principe fece voto di edificare una chiesa a San Nicolò di Bari nella prima terra dove fosse approdato sano e salvo.

La nave si rifugiò nel porto di Cagliari e il Principe mantenne la promessa, facendo costruire la chiesa che fu affidata alla congregazione dei Napoletani presenti a Cagliari. La congregazione si sciolse in seguito.

La statua di San Nicolò si trova attualmente nella chiesa di Sant’Anna, come una lampada che riporta lo stemma del Principe Pignatelli. Lo stemma che si trovava nella facciata della chiesa è conservato nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari.

 

Ecco la descrizione che ne fece Giovanni Spano (Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari, Tipografia Timon, 1861.).

“Attraversata la piazza, a man sinistra si trova la chiesa di San Nicolò di Bari, chiesa nazionale dei Napoletani. Nella facciata vi è lo stemma, molto grande, del principe Pignatelli il quale ne fu il fondatore. Si racconta che questo principe trovandosi in mare con tutta la sua famiglia, ed essendo sorta una forte burrasca, fece voto di edificare una chiesa a questo Santo nella prima terra dove salvo sarebbe approdato. Essendosi la nave rifugiata nel golfo di Cagliari, fece tosto eseguire una chiesa che diede ad uffiziare ai Napoletani, i quali vi avevano una congregazione che poi si sciolse. Aveva un buon reddito che ora è ridotto a pochi censi, ed agli affitti di alcune case fabbricate attorno alla stessa chiesa. È uffiziata in tutte le domeniche, e nelle feste principali.
La chiesa è di una navata, e di belle proporzioni con sei cappelle. La prima a sinistra entrando è dedicata a Santa Irene che hanno in devozione i Vasellaj, i quali ne facevano la festa. Il quadro è ordinario, opera del Massa. La bella statua in legno della stessa Santa nella cappella di mezzo a destra, è di Giov. Raim. Atzori. Così pure avvi un’altra statuetta di S. Greca di cattiva scoltura di Francesco Piras. Nella cappella di mezzo che siegue vi è un gran quadro che rappresenta S. Nicolò con S. Gennaro pregando col popolo la Santa Vergine per difendere la città di Napoli ivi dipinta, sulla quale essa fa piovere denaro gettandolo colla man sinistra. Quando sarà accaduto questo miracolo? Il S. Gennaro ha una libro in mano su cui posano le ampolle del sangue miracoloso. Il dipinto ha qualche cosa di espressivo, ed è di pennello ignoto napolitano.
L’altar maggiore, molto vasto, è di legno dorato. In mezzo vi è un nicchione dov’è collocata l’antica statua semicolossale del Santo. E’ una bella scultura napolitana d’incerto autore, ma pure è d’ammirare, sebbene sia stata restaurata. La prima cappella al lato dell’epistola è dedicata al crocifisso. Ha una tela antica di poco pregio: nelle basi delle colonne dell’altare vi sono dipinte le armi della città di Napoli con quelle del Console G. Battista Bono, a di cui spese forse sarà stato fatto l’altare. Ma la cappella che più merita attenzione è quella di San Michele, l’ultima vicino alla porta, per il quadro in tela di S. Michele. L’arcangelo, con belle mosse, sebbene abbia la gamba destra mal situata, percuote gli angeli ribelli che cadono con diverse movenze. Bella è la composizione, ed il colorito maggiormente; degna delle buone scuole napolitane del secolo XVIII. Sopra la tribuna finalmente avvi un bel quadro d’una Santa che sembra S. Giuliana, con diversi scompartimenti attorno e con iscrizioni: ma non si possono ben osservare per essere il quadro collocato troppo in alto”. 

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