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Il Businco si riempie di fiori e colori: la splendida iniziativa del “Giardino di Lu”

L’amore materno non si esaurisce ma si moltiplica ed è quello che è successo a Maria Fois Maglione, la mamma di Luena che a 37 anni, nel 2016 è scomparsa a causa di un tumore che non le ha lasciato scampo. Ma da questo immenso dolore a piccoli passi Maria ha tratto la forza per portare avanti una generosa iniziativa grazie alla quale raccoglie fondi per sostenere progetti che mirano alla sensibilizzazione sul tema e all’aiuto di chi si trova ad affrontare l’esperienza di una diagnosi di tumore ovarico.

Luena scopre di avere un problema un mese dopo il suo matrimonio, inizialmente però le diagnosi che le vengono prospettate non sono coerenti e probabilmente lei perde tempo prezioso. Lei a la sua famiglia sono disorientati non sanno come muoversi, vanno fuori dalla Sardegna e solo dopo hanno scoperto che a Cagliari c’erano professionisti competenti che avrebbero potuto curarla. Purtroppo Luena non ce la fa e si spegna il 29 febbraio del 2016. La giovane donna amava moltissimo i tulipani, così sua madre decide, nel novembre dello stesso anno di piantare 10mila bulbi in un terreno di sua proprietà a Pimentel dove vive. «Inizialmente era una cosa mia, volevo ricordare mia figlia – spiega Maria – poi le persone che passavano davanti al terreno e vedevano la distesa di fiori ne rimanevano incantati e cominciavano a chiedermi se fossero in vendita. Da lì è nata l’idea che forse tutta quella energia impiegata nella cura dei fiori e quella bellezza avrebbero potuto in qualche modo trasformarsi in aiuto e sostegno per chi si fosse trovato nella stessa situazione di Luena. Così ho cominciato a venderli e col ricavato finanziare progetti».

Negli anni successivi Maria ha piantato 50mila bulbi, per arrivare a 100mila nel 2019. «Nel 2018 con l’aiuto dell’ACTO, l’Associazione Contro il Tumore Ovarico – prosegue la mamma di Luena- ho organizzato un convegno a Pimentel per spiegare cosa fosse, e come comportarsi. Nel 2019 ho fondato insieme ai miei due figli Andrea e Cristian, l’Associazione il Giardino di Lu. Ho 70 anni e vorrei tanto questo progetto andasse avanti, per questo ho coinvolto gli altri miei figli».

Maria per quest’anno aveva organizzato diverse iniziative per vendere i tulipani e promuovere la sua associazione, per esempio doveva riempire la scalinata di Bonaria per la corsa di NonSoloWoman. «Avevamo tanti progetti – ricorda la mamma di Luena, avremmo invitato le persone a venirci a trovare a Pimentel come facciamo ogni anno ma questa emergenza ha sconvolto tutti i nostri piani. È vero che potremmo fare delle consegne ma in questo momento la priorità è la salute. Nei giorni scorsi mi hanno chiamato le ragazze di Mai più sole contro il tumore ovarico, che volevano acquistare dei vasetti, e mi hanno chiesto però di non recapitarli a casa loro ma all’ospedale Businco. A quel punto ho pensato di aggiungerne anche io e portarne di più, anche perché il Dottor Macciò, Responsabile del reparto di Ginecologia Oncologica era molto entusiasta, voleva portare un po’ di allegria e bellezza in ospedale. Allora ho riempito il più possibile le due auto che avevo a disposizione, e sono riuscita a portare un centinaio tra vasetti e bulbi».

«Quest’anno è andata così, purtroppo – conclude Maria – a viste le misure contro la diffusione del virus non potremo vendere i tulipani. Purtroppo quelli di aprile si seccheranno, ma mi sono ramaste delle scorte di altri bulbi e li pianterò per maggio nella speranza che per allora si potranno vendere. Intanto stiamo elaborando un progetto per poter raccogliere fondi in modo diverso. Il tulipano è un fiore bellissimo – conclude Maria-  è come se le persone quando arrivano al Giardino di Lu si aprissero, la bellezza di quelle distese fiorite commuove e spinge le persone all’empatia. Abbiamo una pagina Facebook in cui ci sono tutte le nostre iniziative che si chiama “Il giardino di Lu”, in sui si può andare se si vuole sostenere l’associazione, in attesa di poter di nuovo accogliere di persona i visitatori nel nostro giardino».

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