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Coronavirus, il turismo sardo in ginocchio. Il grido di allarme di lavoratori e albergatori

«Siamo preoccupati, molto preoccupati». È il grido d’allarme del mondo del turismo sardo: albergatori, ristoratori, gestori di bed and breakfast, e tanti, tantissimi lavoratori che nelle strutture ricettive lavorano pochi mesi all’anno: sono i cosiddetti “stagionali”. Alcuni lavorano tre-quattro mesi, altri anche sette mesi per poi usufruire della Naspi, l’indennità di disoccupazione fino alla prossima stagione.

L’emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio un comparto vitale per la nostra Isola. Per Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, la stagione «al 50 per cento è compromessa. Dal 21 febbraio c’è stato il blocco delle prenotazioni. Chi aveva prenotato fino a maggio ha disdetto. Questa incertezza ha fatto sì che molti albergatori stiano decidendo di non aprire per niente quest’anno: alcuni hanno già deciso in questo senso. Ma rimane la possibilità di aprire a giugno, ovviamente tutto dipende da come andrà l’emergenza. Il mondo del turismo è pronto: quando tutto questo finirà, potremo aprire anche il giorno dopo».  L’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa, ha sollecitato i Comuni sardi a bloccare le tasse locali per un anno agli operatori del settore turistico-alberghiero. «Apprezziamo molto la presa di posizione dell’assessore – prosegue Manca – Abbiamo appena parlato con lui in conference call e gli abbiamo fatto presente come sia fondamentale porre il turismo come priorità quando si prendono decisioni in materia di sostegno economico dei settori produttivi, perché è la principale fonte di sostentamento dell’economia isolana». E sulla proposta di Chessa agli operatori turistici di programmare offerte promozionali last-minute per attirare turisti una volta finita l’emergenza coronavirus, il presidente di Federalberghi ritiene che sia ancora prematuro per parlarne. Per quanto riguarda le misure del governo contenute nel Decreto Italia, secondo Manca «è un buon inizio ma vanno perfezionate. Chiediamo che anche le tasse nazionali vengano riviste e che ci sia una moratoria sui mutui per almeno un anno».

J.C. ed E.F. (ci hanno chiesto l’anonimato), da anni prestano servizio in una struttura ricettiva della costa sud-est e la preoccupazione è la stessa. Che ne sarà del prossimo futuro? «Ho un mutuo da pagare e una bambina piccola – dice J.C., cameriera ai piani – Nell’intervallo tra la fine della stagione e l’inizio della prossima, campiamo con l’indennità di disoccupazione. E una volta che finisce? Non ci bastano le 600 euro una tantum che il governo ha stanziato. Chiediamo di essere più tutelati». E.F. è una receptionist: «Le prenotazioni di aprile e maggio sono state tutte disdette.  Abbiamo anche qualche cancellazione a giugno e luglio, ma si sta valutando se aprire a giugno, o di non aprire per niente. Si sta ancora valutando». Anche lei è ferma, prende la disoccupazione che finirà questo mese, dopodiché, per colpa del coronavirus, non sapendo quando e se potrà riaprire la struttura, si chiede come farà ad andare avanti senza un’entrata economica: «Ok l’aiuto del governo, seicento euro che sicuramente verranno prorogate anche ad aprile, ma mi auguro che la Naspi (indennità di disoccupazione, nda) venga prolungata». Simone Mulas, lavapiatti e aiutocuoco anche lui stagionale da sei anni, vede nero: «Anche se si aprisse e dovessimo lavorare, i mesi sarebbero di meno per via di questo virus, e di conseguenza anche i mesi che ci spettano per la Naspi. Con seicento euro del governo, una tantum, come si fa? Io ho da pagare le rate della macchina e la preparazione del matrimonio. A questo punto mi auguro che la Naspi venga prolungata al 100 per cento delle mensilità».

Poi c’è il mondo dei tour. La Cop Tour gestisce il sito archeologico di Nora insieme alle cooperative Di-Segno e Irei: «Sino a gennaio si prospettava una stagione ottima – spiega la vice-presidente Michela Fais – Poi sono fioccate le disdette dei gruppi che volevano visitare il sito: noi stiamo comunque lavorando tramite lo smart working e le manutenzioni sul posto, con tutte le precauzioni del caso. Grazie all’Università di Padova si può fare un tour virtuale di Nora antica». Cop Tour gestisce anche il campeggio Cala d’Ostia a Santa Margherita di Pula: «Per ora non abbiamo avuto cancellazioni – precisa Fais – Le persone ci hanno chiesto di spostare eventualmente la prenotazione a settembre, e intanto si aspetta l’evolversi della situazione. Pensiamo a dei voucher, e puntiamo ad aprire a giugno, solo così potremo salvare la stagione non solo per noi ma anche per i nostri lavoratori. Guardo al futuro imminente con realismo: non dobbiamo farci prendere dallo sconforto, rimbocchiamoci le maniche. Andrà tutto bene».

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