Cagliari, incendio in una rivendita di acquari in via Palomba: probabile un corto circuito
Cagliari, incendio in una rivendita di acquari in via Palomba: probabile un corto circuito
Cagliari, incendio in una rivendita di acquari in via Palomba: probabile un corto circuito
Paura in un negozio che vende acquari in via Palomba. Le fiamme si sono sviluppate all'interno del negozio, i Vigili del fuoco hanno evitato il peggio.
Incendio nella tarda serata di ieri in una rivendita di acquari di via Palomba a Cagliari.
Una squadra di pronto intervento dei Vigili del Fuoco del Comando è intervenuta intorno alle 21 per l’incendio che si è sviluppato all’interno del negozio Zen Acquarium.
Gli operatori, all’arrivo sul posto hanno provveduto a localizzare e spegnere il rogo che si è sviluppato all’interno, evitando la propagazione delle fiamme all’intera attività commerciale. Dopo di ciò hanno provveduto alla messa in sicurezza e con un’eletroventilatore hanno liberato l’interno della struttura dal fumo.
Le probabili cause dell’incendio sono ancora in fase di accertamento. Non si esclude un corto circuito.
Gian Marco Garau, 22 anni di Carbonia, Mirko Manca, 22 anni di Villaperuccio e un 16enne, tutti incensurati sono stati arrestati stamattina, al termine di una difficile e scrupolosa indagine dei Carabinieri della Compagnia di Carbonia.
La sera del 26 ottobre dell’anno scorso i tre sono entrati nella casa di Pinuccio Uccheddu, che tutti in paese chiamano Ziu Pino, per rubargli qualche centinaio di euro e gli oggetti d’oro appartenuto alla moglie del pensionato, scopmarsa da pochissimo.
La rapina era stata studiata nei minimi dettagli, tanto che il 16enne era andato la mattina prima a casa dell’anziono col pretesto di vendergli della carne, i due si conoscevano di vista. In questo modo il giovane intendeva scoprire dove Uccheddu custodisse il denaro. Verso le 18, i tre si sono introdotti nell’abitazione della vittima dalla finestra della stanza da letto e prima di rovistare tra le sue cose si sono scattati dei selfie, a dimostrazione della totale mancanza di remore rispetto al gesto che stavano compiendo.
Ma durante la rapina il pensinato, ex pugile, ha fatto rientro e i tre giovani che sapevano sarebbe arrivato a quell’ora lo hanno colpito più volte alla testa con un piede di porco, poi all’addome rompendogli 12 costole e spappolandogli la milza che poi gli è stata asportata. Infine lo hanno legato e gli hanno chiuso la bocca con del nastro adesivo. Dopo aver sottratto i pochi averi dell’anziano pensionato, circa mille euro il valore della refurtiva si sono dati alla fuga, due in auto e uno a piedi.
La vittima della rapina nonostante le gravi ferite si è liberato e ha chiesto aiuto ai vicini che hanno allertato i Carabinieri. Fondamentale per le indagini il tempestivo intervento dei militari, sul posto per prima il Maresciallo Roberta Di Pillo che ha raccolto le prime testimonianze.
Zio Pino con i carabinieri
Dopo alcuni giorni di indagini serrate, grazie anche alla collaborazione degli abitanti del piccolo paese, Piscinas conta poco più di 800 abitanti, che si sono presentati spontaneamente a deporre le loro testimonianze.
Particolarmente utili quelle relative ai racconti su un’auto, una Opel Corsa vista aggirarsi poche ore prima del colpo nella zona indivuduata dai Carabinieri, dalla perquisizione è emerso che i ragazzi avevano in auto lacci e nastro adesivo a dimostrazione della premeditazione e del fatto che aspettassero la vittima.
Garau
Manca
I giovani non solo non hanno dimostrato alcun pentimento per un atto che poteva trasformarsi in tragedia, ma dopo aver sulle prime fornito false generalità anche oggi durante l’arresto hanno ndgato ogni addebito.
L’accusa per loro è rapina pluriaggravata e lesioni gravissime”. Intanto il signor Uccheddu, Ziu Pino, ora sta meglio, si sta riprendendo dai danni fisici, sarà molto più lungo invece il percorso di guarigione dal trauma psicologico, il pensionato infatti rimpiange soprattutto di non essere riuscito a ricuperare i pochi gioielli appartenuti alla moglie da poco scomparsa.
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