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Anche a Cagliari i cani “salvavita” per i diabetici: la storia di Remy e del suo padroncino

cane allerta diabete

Anche in Sardegna e da poco a Cagliari, sono presenti i cani che vengono educati ad avvertire questo genere di problema: come fanno? Semplicemente grazie al loro naso: un diabetico durante una crisi emette delle particolari molecole che un cane allenato riesce a percepire. A questo punto l’animale saprà cosa fare a seconda dei casi: avvertire un familiare o, per chi vive da solo, utilizzare un particolare tappetino informatico che compone i numeri di telefono utili in caso di emergenza.

Tutto questo è possibile grazie a Progetto Serena onlus, l’associazione ideata e creata nel 2013 da Roberto Zampieri e sua moglie. Un anno dopo Simone Furcas, istruttore cinofilo di Samassi viene a conoscenza del bellissimo progetto e se ne innamora. Così lo porta in Sardegna e, per l’alto tasso di diabetici presenti nell’Isola, viene aperto un ramo dell’associazione al centro cinofilo “Mi fido di te” di Quartu Sant’Elena.

Il successivo impulso al proseguire del progetto è arrivato dai Lions Saint Remy di Cagliari e ora, grazie all’impegno e all’unione di chi ha creduto nella sua importanza, in Sardegna sono “in preparazione” circa 15 cani.

Ma ecco come funziona l’educazione di un cane “allerta diabete”. Chiariamo innanzitutto un particolare importante: Progetto Serena sceglie i “suoi” cani (se non già presenti in famiglia) in canile. E questo significa una cosa sola: non c’è razza più o meno adatta allo scopo, tutti i cani infatti possono imparare, a seconda del temperamento e del carattere di ognuno, a riconoscere la crisi del proprio padrone. Se invece la famiglia del diabetico possiede già un cane, ecco che verrà educato proprio lui all’attività richiesta. La preparazione avverrà nell’ambiente familiare, insieme ai propri padroni, affiancati dagli esperti di Progetto Serena e, come tempistiche, sono necessari circa 2 anni, il primo riguarda l’educazione attraverso il gioco e il secondo il monitoraggio.

E per un cane, credeteci, non c’è niente di più bello, rassicurante e soddisfacente che sentirsi utile per chi ama di più.

«Il cane non si sostituisce alle medicine o strumenti medici, spiega Roberto Zampieri. Ma la sua vicinanza migliora nettamente la qualità della vita di un diabetico. Di notte, poi, il suo ruolo è importantissimo, basti pensare a un neonato o a un anziano. Ci sono stati cani che hanno davvero salvato delle vite, le loro storie sono state raccontate in un documentario della Rai».

 

Progetto Serena è una Onlus: «All’estero per un cane allerta diabete si paga e anche tanto, continua Zampieri. Da noi si contribuisce solo alle spese di viaggio. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a far avere a tutti coloro che convivono con questa malattia cronica un cane allerta, senza che il diabetico sia costretto a sostenere i costi proibitivi imposti in questo momento dalle pochissime realtà esistenti sul territorio italiano«. Un altro orgoglio dell’associazione è la metodologia: «Siamo fieri di averne studiato una diversa dalle altre in uso, un Protocollo basato solo sulla collaborazione, la relazione e l’empatia tra cane e diabetico».

A Cagliari il primo cane allerta diabete è Remy, già compagna di vita di un bambino: la cerimonia di “diploma” del cane, una bellissima meticcia color miele adottata dal rifugio della Bau Club di Settimo San Pietro, si è tenuta a dicembre sotto l’egida dei Lions Saint Remy di Cagliari. E dopo un mese e mezzo Remy ha effettuato, con successo, la prima segnalazione.

«È un progetto importantissimo e che abbiamo davvero a cuore, racconta Gianni Masala, presidente Lions. Noi ne abbiamo fatto una missione: come Lions siamo oltre 1 milione e mezzo in italia, per un totale di circa 140 club. C’è anche la sezione Aild (Associazione italiana Lions per il diabete) con cui Progetto Serena, lo scorso 11 gennaio ha firmato un accordo nazionale: insomma la nostra attenzione è al massimo e siamo prontissimi a continuare il nostro impegno in questo senso». Dopo Remy, a Cagliari si sta educando un secondo cane che a brevissimo sarà pronto nella sua missione salvavita. «Ora stiamo lavorando per coinvolgere quanti più club Lions sardi per portare questo progetto come uno dei service annuali», conclude Masala.

Il diabete è ancora una malattia incurabile e avere al proprio fianco un amico per la vita, attento, fedele e pronto a supportare l’amato umano costretto a convivere col diabete, da una sicurezza impareggiabile. E, se quell’amico a quattro zampe non fa ancora parte della famiglia del malato i canili italiani straripano di anime innocenti pronte ad amare, imparare, gioire insieme, perchè se “il cane farà qualcosa di grande per te, fallo anche tu”, recita uno degli slogan di Progetto Serena.

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