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Trasporti, il grido d’allarme degli imprenditori: “La Sardegna rischia di ‘chiudere'”

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Grido d’allarme delle aziende sarde impegnate nel settore turistico alla luce del grande punto di domanda sulla continuità territoriale, in scadenza il 16 aprile. Federalberghi e Confindustria hanno inviato una lettera al Governo sollecitando interventi immediati per scongiurare una crisi che potrebbe avere risvolti drammatici.

«La Sardegna rischia di “chiudere” ogni anno per mancanza di collegamenti. È ancora possibile nel 2020? – si legge nel documento – La continuità territoriale aerea scade il prossimo 16 aprile, non c’è notizia di una eventuale proroga, né di una risposta della Commissione europea sul nuovo modello presentato dalla Regione Sardegna. Dunque, chi vuol programmare una vacanza dopo quella data non può farlo: per i ponti del 25 aprile e del primo maggio, quando tantissime strutture ricettive riaprono, potrebbero rimanere vuote. È un danno enorme per l’intero comparto dell’accoglienza: non potranno arrivare in Sardegna i vacanzieri italiani e stranieri (questi ultimi abituati a programmare con grande anticipo le proprie ferie, tra gennaio e febbraio), e chi sceglie l’isola per organizzare grandi eventi anche fuori stagione. Dati dell’anno scorso riportano 2.6 milioni di persone con 15 milioni di presenze. Per il 2020 potranno scegliere la Sicilia, la Puglia, il Nord Africa, la Croazia o la Turchia. E i sardi? Saranno dal 16 aprile prigionieri della loro terra?».

«La continuità territoriale via mare – si legge ancora – scade il prossimo 18 luglio: la convenzione n. 54 in regime pubblico, stipulata nel 2012 tra il ministero delle Infrastrutture e la Compagnia italiana di navigazione (CIN) ha la durata di 8 anni; la titolare dei Trasporti Paola De Micheli, sollecitata da tutti i parlamentari sardi che hanno presentato interrogazioni, ha affermato l’ultima volta lo scorso 14 gennaio, in una risposta scritta a un’interpellanza, che i “collegamenti sono attualmente in regolare svolgimento e la compagnia accetta prenotazioni a tutta l’estate 2020”. L’attività istruttoria per il riaffidamento del servizio – ha assicurato il ministro – è “in corso di svolgimento”, ma la procedura è complessa e al momento non si conoscono i tempi entro i quali l’iter sarà concluso».

Preoccupa anche la grave situazione del trasporto merci: «Dati di Confartigianato riportano che l’export nei primi nove mesi del 2019 è cresciuto del 12% rispetto all’anno prima, raggiungendo la cifra di 283 milioni di euro di fatturato. Dopo aprile, come faranno le merci sarde a raggiungere i clienti a Milano, Roma, Berlino o Stoccolma?».

«È una situazione gravissima alla quale le Istituzioni devono trovare immediata soluzione – concludono Federalberghi e Confindustria Sardegna -. La Sardegna basa la propria economia sul turismo, sulle imprese manifatturiere e sui prodotti agroalimentari di eccellenza: in questi tre comparti ha registrato numeri importanti, che devono crescere se non vogliamo che la nostra isola sia destinata a una ulteriore desertificazione economica e culturale. Ci chiediamo, in assenza di rotte aeree e con la possibilità di spostarsi solo via mare (anche se in regime di proroga!): se lo stesso numero di turisti anche stranieri riuscirà o vorrà raggiungere la Sardegna a partire da aprile prossimo; se l’asset dell’accoglienza nel segmento business potrà svilupparsi come auspicabile, in assenza di trasporti efficienti; se il medesimo numero di merci, tipiche del nostro territorio e richieste in tutto il mondo, potrà raggiungere i propri acquirenti».

«Chiediamo al Governo di agire nel più breve tempo possibile per assicurare alla Sardegna trasporti efficienti e ai sardi il diritto alla mobilità e alla crescita economica e sociale – conclude la lettera – e al Parlamento di avviare e approvare rapidamente il disegno di legge costituzionale d’iniziativa popolare per il riconoscimento grave e permanente dello svantaggio naturale derivante dall’insularità».

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