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E se al cenone in ristorante si servisse “Sa panada”, preparata come vuole la tradizione?”

Questo piatto tipico di Assemini, Oschiri e Cuglieri, mantiene ancora le dimensioni che aveva nel Medioevo e questo la rende un po’ difficile da commercializzare, ma al tempo stesso per le sue dimensioni costituisce una portata da condividere a tavola. L’ideale da servire nei ristoranti.

E proprio sulla base di questo ragionamento, è partita l’iniziativa “Sa die ‘e sa panada”, per la notte di San Silvestro. Questa pietanza che ad Assemini tradizionalmente si prepara con le anguille o con l’agnello, sarà il piatto più importante del menù del ristorante “Pani e Casu”, nel quartiere di Castello, a Cagliari.

La rassegna gastronomica sarà poi ospitata in altri ristoranti della città. “Sa die ‘e sa panada” è promossa dall’associazione culturale Sa Mata guidata da Veronica Matta, autrice del libro “Panada on the road”, in collaborazione con Fipe, Confcommercio, Regione, Laore, Comune di Cagliari e il portale Ricette di Sardegna. L’obiettivo dichiarato è quello di far ottenere alla Panada il marchio Igp.

«C’è un mercato in costante espansione che cerca e richiede prodotti di personalità che si distinguono nettamente dal prodotto industriale e omologato – ha spiegato Veronica Matta, che da anni si batte per la valorizzazione della panada- E se questo è vero, significa che la Sardegna ha in mano un tesoro inestimabile su cui puntare. Auguriamo a sa panada, intesa come prodotto di massima qualità e tipicità, di ottenere il giusto riconoscimento, attraverso il marchio IGP, come eccellenza di sapori che la rendono unica, secondo la sua storia e tradizione».

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