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Cagliari colpito ma non affondato

Colpiti, ma non affondati.

 

Giustamente mi hanno fatto notare che il Cagliari in questo scorcio di campionato ha fatto tanto, in maniera probante, e non dobbiamo dimenticarci del positivo nel momento difficile. Già ho sentito commenti delusi che parlano di ridimensionamento, ritorno alla realtà che ci appartiene. 

La nostra realtà è questa, nessun pessimismo critico, possiamo ambire a grandi traguardi, però dobbiamo anche capire i nostri cali, se non altro per cercare di venirne a capo. E l’esercizio critico deve essere sempre impietoso.

Anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni e potevamo non perdere, ma l’Udinese ha vinto con pieno merito. 

I terzini hanno giocato la loro peggiore partita. Impacciati, poco aggressivi, ma soprattutto estremamente imprecisi nei passaggi, l’uno e l’altro. Pellegrini è giocatori di grandi doti, che però le esagera sino all’effetto contrario. Parte in dribbling da fermo a centrocampo, come se dovesse entrare in area e questo gli si può ordinare di non farlo. 

Radja non ha inciso, merito anche degli avversari, intensi e folti, che ci hanno impedito scambi e spazi.

Il solo Rog si è imposto per prepotenza fisica, imperiosità nella progressione. Punto su di lui. 

Pisacane, grazie di tutto, ma già da qualche settimana fatica e ieri ha penato cercando di spostare un armadio che gli impediva di vedere il pallone. Forse Klavan sarebbe andato meglio, almeno come tentativo. Le punte sono state evanescenti, e non possiamo permetterci un calo di rendimento di mezza squadra, anche perché ci sono poche alternative. Ionita è un ripiego, anche se gode di buona stampa. 

La nostra manovra ha il pregio della profondità, della immediatezza, ma quando queste doti si trasformano nell’eccesso negativo, paghiamo dazio. Imprecisione, troppi passaggi al volo, come fossimo fuoriclasse argentini.   

La nostra forza è anche la capacità di segnare di molti giocatori, non siamo appesi insomma al rendimento spesso avulso del solo Pavoletti. Siamo insomma quello che ieri non siamo stati, possiamo puntare in alto, ma dobbiamo intervenire dove si manifestano cedimenti. La differenza è che quella di ieri gli anni passati era una costante, questa la si può definire una eccezione. Stiamo a vedere. 

 

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