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La transumanza proclamata patrimonio dell’Unesco

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La transumanza patrimonio dell’Unesco. La candidatura della Transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia.

“Un bella e positiva notizia per il mondo agropastorale e per la Sardegna in particolare – è il commento all’Ansa del presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu alla decisione del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Bogotà, in Colombia per tutelare l’ antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale – dove contiamo una lunga tradizione nel settore ed è identificato come il simbolo della nostra economia. Un riconoscimento prestigioso e dai risvolti potenzialmente importanti che valorizza il nostro patrimonio culturale, sociale, ambientale ed identitario. I percorsi della transumanza sono custodi un ricco patrimonio sociale, culturale, ambientale che merita di essere tutelato e tramandato”.

La transumanza, proclamata quindi patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco è un settore della pastorizia: a godere già del riconoscimento sempre Unesco è il Pastoralismo nato su iniziativa della Provincia di Nuoro.

La Sardegna conta circa 12 mila pastori che danno lavoro a circa 25 mila persone. Un comparto che vanta 3 Dop (il Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna, è il più importante pecorino della Ue in termini di produzione e valore generato, mentre il Fiore sardo è uno dei formaggi più antichi d’Europa) e l’Igp dell’agnello.

Non solo la Sardegna è anche la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo (il 70 % della superficie isolana). Le pecore si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate e questo rende inscindibile il legame dell’elevata qualità dei prodotti caseari e delle carni dalle forme paesaggistiche in cui sono ottenuti. Grazie al pascolamento è stato, inoltre, forgiato il paesaggio isolano.

“Per questo è fondamentale difendere il lavoro del pastore e riconoscere un prezzo equo al proprio lavoro oggi minacciato dai bassi prezzi pagati per latte e carne dovuti alle speculazioni” sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba.

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