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Vandalizzate le micio-favelas: un riparo accogliente creato da una volontaria distrutto senza pietà

cat hotel collage

Ecco come, questo pomeriggio, Daniela Pintor, appassionata gattara, ha ritrovato la sua deliziosa creazione: completamente distrutta, vandalizzata con olio di motore che la rende inutilizzabile. Lo sgomento che lascia un gesto simile è tanto: perchè deturpare il frutto di duro lavoro, un luogo che da riparo a tanti gatti randagi, soprattutto in inverno?

Per meglio conoscere la storia delle micio-favelas cominciamo a parlarvi di lei, la loro creatrice: Daniela ha 55 anni e “fa” la gattara da una vita intera. “Ho sempre raccolto e sfamato randagi, in passato in collaborazione con diverse associazioni, attualmente da sola. In particolare dal 2004 ho iniziato a prendermi cura di un gruppo di gatti nella località marina di Sa Rocca Tunda, lungo la marina di San Vero Milis. All’inizio una ventina di gatti, poi pian piano, spingendomi ogni volta più in là, ho scoperto una situazione disastrosa di randagismo senza controllo”.

Qui c’erano gatti che morivano letteralmente di fame, soprattutto in inverno quando le borgate marine si spopolano e restano poche famiglie di residenti. Cuccioli e adulti malati, provati dagli stenti. “Ho avuto premura da subito di chiedere il riconoscimento legale dello status di colonie feline, in modo da poter avere il supporto della Asl veterinaria per le sterilizzazioni, riconoscimento che da tutte le amministrazioni comunali succedutesi negli anni mi è sempre stato negato. Così mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato a sterilizzare con i miei fondi, oltre a continuare a sfamare un numero sempre maggiore di gatti, a portarli dai veterinari quando stavano male e a far adottare tanti mici presso buone famiglie. Ad oggi mi occupo di circa 150 gatti, per il cui sostentamento alimentare vengono spesi ogni mese dai 1.000 ai 1.300 euro“.

Un impegno gravoso, economicamente ed emotivamente. Daniela poi, circa un anno fa, decide di mettere su le cuccette feline: “Ho posizionato sul territorio delle cucce molto capienti in legno, decorate da disegni originali e con frasi motivazionali sull’amore per i mici, al cui interno i randagi possano trovare un posto asciutto e sicuro per mangiare (i Cat Restaurant) e al caldo sulle coperte per dormire (i Cat Hotel). Mi rammarica constatare che lungi dall’essere apprezzate, le mie iniziative a beneficio dei randagi sono state criticate e boicottate da parecchie persone residenti nelle borgate marine, giungendo a veri atti di vandalismo con la distruzione di ciotole e casse di legno. Installazioni decorose e pulite che consentono non solo di non lasciare piatti di plastica in giro ma sono esteticamente gradevoli e aggiungono un tocco di colore e benevolenza in paesaggi spesso deturpati invece da spazzatura di varia natura abbandonata dagli esseri umani”.

Oggi, poi, l’amarissima sorpresa: un gesto vile, di pura malvagità. “Chiedo solo solidarietà e condanna, una dura condanna a chi ha fatto tutto questo”, conclude Daniela.

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