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Alberto Cerri: le lacrime, la gioia, la rivincita. “Sono felice”

Cerri dopo il gol

È stato fischiato, contestato, criticato, considerato il “grande pacco” che la Juve ha riservato al Cagliari, chiamato il brutto anatroccolo dei rossoblù. Ma lui, Alberto Cerri, nonostante la nube nera che lo ha, per troppo tempo, accompagnato non ha mai smesso di metterci impegno e sudore. Determinazione e lavoro. Concentrazione e puntualità. Ha incassato tutto in silenzio. Tutto fino alla partita contro la Samp, nel monday night cagliaritano, dove all’improvviso è sbocciato, ha tirato fuori rabbia e grinta ed è diventato un cigno. Un cigno che dopo il gol di testa regala la vittoria alla sua squadra e corre ad abbracciare il padre. Un cigno che smette di essere fischiato per essere osannato, applaudito. Il suo nome, a gran voce, è stato urlato in tutto lo stadio, in tutta la città: il gigante che diventa eroe. E lui sorride, corre, non ci crede, si spoglia, ringrazia: questa è la sua vittoria, questo è il suo riscatto.

Alberto Cerri nasce a Parma il 16 aprile del 1996, attaccante, cresce, come suo padre Davide, nelle giovanili del Parma con cui debutta in prima squadra e nella massima serie a soli 16 anni, il 30 marzo 2013, nella partita Parma-Pescara (3-0) disputata allo stadio Tardini.

Nel campionato 2013/14 vince il titolo di capocannoniere del Torneo Viareggio 2014 con 6 in 4 partite giocate.

Acquistato dalla Juventus il 15 luglio 2015, viene dato in prestito ad agosto al Cagliari appena retrocesso nella serie cadetta. Tra campionato di serie A e Coppa Italia sigla 3 reti su 26 presenze.

Ad agosto 2016 viene dato in prestito alla Spal, squadra neopromossa in Serie B, con diritto di riscatto e contro-riscatto da parte della Juventus. Nel mercato invernale approda, a titolo temporaneo, al Pescara in Serie A, firmando fino al giugno seguente. Tornato alla Juventus, a luglio viene ancora una volta dato in prestito in Serie B: arriva così al Perugia.

Ma destino lo vuole ancora una volta a Cagliari, dove sbarca il 12 luglio 2018, in prestito con obbligo di riscatto dalla Juventus. Con la società rossoblù firma un contratto fino al 2023. Il valore del prestito equivale a un milione di euro subito più 9 milioni per il riscatto in caso di salvezza: viene riscattato il 19 febbraio 2019. Frenato da problemi fisici è la riserva di Pavoletti prima e di Simeone poi: quello del 2 dicembre è il suo primo gol in serie A con la maglia rossoblù.

La sua è una famiglia molto unita che vive San Secondo Parmense, alle porte di Parma: il papà lavora in Banca e allena una squadra di promozione, la mamma fa la segretaria in una scuola e la sorella venticinquenne è insegnante di Pilates. Nonno Ercole Gualazzini era un ciclista, velocista ai tempi di Gimondi e Merckx, vinse alcune tappe del Giro d’Italia, della Vuelta spagnola e del Tour de France. Quel nonno 75enne, affettuoso e protettivo che dopo il gol gli ha scritto: «Mi hai ridato 5 anni», il messaggio più bello ricevuto da Albertone.

Per anni legato a Marianna Gautieri, figlia del grande Carmine, oggi Alberto Cerri si dice single, dopo quella storia, che lo ha segnato, non si è più fidanzato. La sua arma di seduzione? «La simpatia», dice con falsa modestia il 23enne alto 1,94 e con gli occhi da cerbiatto!

Quando torna a casa non disdegna di andare a mangiare in un locale gestito da sardi: Angedras, che vuol dire appunto Sardegna, dove si fa servire sempre il classico maialetto nostrano. A Cagliari è facile incontrarlo da Crackers nel Corso, a Le Palmette al Poetto e in piazza Yenne per la colazione, le rare mattine libere.

In città Cerri ha il suo bel gruppo di amici, per lo più cagliaritani. Ha una bella casa tra il mare e il centro, ama il clima e vivere a pieni polmoni Cagliari. Qualche tatuaggio sparso qua e là. Un gigante buono e un tenerone, lo definiscono amici e compagni di squadra, «Difficile non volergli bene», aggiungono.

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