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(FOTO) Decimoputzu, un murale di Davide Pils per il memorial in ricordo dell’ex sindaco Gianfranco Sabiucciu

Il murale di Davide Pils a decimoputzu che ritrae i fratelli Brownlee in onore dell'ex sindaco Gianni Sabiucciu

È morto il 9 febbraio dello scorso mentre faceva una delle cose che più amava, un po’ di jogging. La scomparsa dell’ex sindaco di Decimoputzu Gianfranco Sabiucciu aveva destato grande commozione nel comune del Campidano. 

Da quel momento sono state tante le iniziative per ricordare l’ex cittadino. Una di queste è il memorial di atletica “Gianni Sabiucciu”, la cui seconda edizione si è corsa il 10 novembre scorso. In onore di questa manifestazione è stato commissionato un bellissimo murale a uno dei migliori artisti sardi del genere, Davide Pils. A causa soprattutto del maltempo l’opera è stata completata definitivamente solo ieri sera, come annunciato dall’artista su Facebook.

Si tratta di un omaggio ai fratelli Brownlee, Jonathan e Alistair, protagonisti nel 2016 di uno splendido episodio di sport in una gara di Triathlon in Messico. 

È lo stesso Davide Pils a raccontare la loro storia e a spiegare il perché di questo murale che sarebbe piaciuto tantissimo all’ex sindaco appassionato di sport:

«18 settembre del 2016, durante una gara delle World Series in Messico un ragazzo in prima posizione corre disperatamente verso il traguardo si chiama Jonathan Brownlee, ma non ce la fa più…inizia a barcollare, a correre scoordinatamente e sembra che da un momento all’altro possa crollare a terra. Dalle retrovie , al secondo posto lo raggiunge l’avversario, ma quell’avversario è suo fratello, Alistair Brownlee. Anziché approffittare della situazione e accapparrarsi il primo posto superandolo, preferisce caricarsi il fratello sulle spalle rimettendosi a correre isieme verso il traguardo. Dalle retrovie del terzo posto li sopraggiunge il sudafricano Henri Schoeman che superando i fratelli ovviamente rallentati, vola verso la vittoria. Sul traguardo Alistair spinge Jonathan a superare la linea prima di lui, così come sarebbe accaduto se non fosse ceduto a pochi passi dal traguardo. Chi passera’ a vedere questo murale magari penserà “che ci fanno sti due inglesi in quel di Decimopuzu? Forse niente o forse molto. Io ho pensato che il loro gesto potesse essere un simbolo, una metafora di tutto ciò che di buono lo sport può creare: l’aiutarsi, lo spirito di sacrificio, di cooperazione, il non mollare mai, il non arredersi, il dare il tutto e per tutto per un ideale più grande. Tutto questo in una sola immagine o almeno, io ci vedo questo. Sullo sfondo ho voluto inserire degli elementi architettonici del paese che mi ha accolto per contestualizzare con la fantasia quel nobile gesto in quel di Decimoputzu».

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