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Droga: in Sardegna è emergenza eroina e cocaina. In crescita anche l’abuso di fentanyl

emergenza tossicodipendenza

Immagine simbolica. (Foto: Psicologi Online).

Pierluigi, Giacomo e Marta hanno rispettivamente 54, 29 e 41 anni. I loro sono nomi di fantasia perché preferiscono mantenere l’anonimato. I primi due sono cagliaritani, Marta invece è di Quartu Sant’Elena. Tra di loro non si conoscono, ma hanno una cosa in comune: la dipendenza da eroina (e da altre sostanze). Pierluigi e Marta sono cascati nel tunnel da più di dieci anni, come “rifugio” da forti delusioni lavorative e sentimentali. Giacomo – il più giovane – ha cominciato quattro anni fa, «così, per gioco, mentre ero in macchina con amici prima di una serata in discoteca: ho provato hashish e da allora sono passato, per curiosità, al crack e ora ho aggiunto l’eroina».

Nessuno di loro frequenta i Serd o le comunità terapeutiche. Giacomo studia all’università, Pierluigi (divorziato) e Marta (single) sono disoccupati. «Il mio terrore è quello di finire a dormire sotto i ponti e di avere un’overdose», dice la donna. Tutti e tre rappresentano il dramma che vivono i tossicodipendenti, un dramma di cui si parla sempre meno, come ricorda Antonello Canu, psichiatra ed ex direttore del Serd di Quartu: «C’è un calo di attenzione verso questo fenomeno più che mai attuale, le campagna di informazione e prevenzione sono diminuite per via del taglio dei fondi a livello nazionale: il Dipartimento per le Politiche antidroga è ridotto ai minimi termini». I Serd sardi seguono migliaia di tossicodipendenti, ma quelli che non vi si recano potrebbero essere molti di più, osserva Canu: «Alcuni hanno vergogna, soprattutto coloro i quali hanno un lavoro importante e magari non vogliono far scoprire di far uso di droga». Canu aggiunge anche che uno dei tanti problemi tra i giovani d’oggi è l’abuso di alcool: «Non bevono nei giorni feriali ma nei fine settimana esagerano. Ci sono stati molti casi di ragazzi e ragazze anche minorenni che sono finiti al pronto soccorso in coma etilico». Nelle dipendenze un ruolo fondamentale ce l’hanno anche le Comunità terapeutiche che collaborano strettamente con i Serd.

Si può parlare di emergenza eroina? «In realtà non è mai scomparsa – afferma Massimo Diana, ex direttore del Serd di Cagliari – Mentre prima la assumevano più che altro le persone in condizioni di disagio socio-economico, ora i casi sono in aumento tra tutte le fasce sociali e negli ultimi dieci anni a farne uso sempre di più sono anche le giovani ragazze». A fronte delle migliaia di persone seguite dai Serd nell’isola, vi è un numero ridotto di operatori, alcuni dei quali sono andati in pensione. «Meno operatori che però non significa meno qualità dell’assistenza, che anzi è un’eccellenza in Sardegna», sottolinea Diana. A confermare la crescita del fenomeno, Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di salute mentale di Modena e membro del Consiglio Superiore di Sanità, che però tiene a precisare: «Rispetto al resto d’Italia (21 ogni 10 mila abitanti), in Sardegna il tasso di persone che va ai Serd è di circa 11 ogni 10 mila abitanti; i nuovi utenti sono due ogni diecimila abitanti, mentre nel resto del Paese, sempre rapportato al numero di abitanti di cui sopra, è di circa quattro».

A chi va ai Serd per la prima volta vengono fatte le analisi delle urine e un’accurata visita psichiatrica. Una volta confermata la tossicodipendenza, si viene seguiti con terapie sostitutive, tra le quali il metadone, farmaco che protegge dall’overdose e di fatto salva la vita. Il metadone è sempre più usato dai tossicodipendenti, i quali lo comprano anche al mercato nero. L’emergenza non riguarda solo l’eroina. «C’è un incremento vertiginoso della cocaina, che oggi costa molto meno dell’eroina, e del fentanyl: quest’ultimo è un farmaco che può essere prescritto contro i dolori acuti, come oncologici, ma di cui ultimamente vi è un forte abuso -spiega Antonello Canu – Basta superare di poco la dose (2 milligrammi, nda) per rischiare l’overdose e morire. Anche respirarlo passivamente è pericoloso, infatti quando le forze dell’ordine lo sequestrano, si mettono la mascherina».

Ma quali sono esattamente gli effetti di droghe pesanti come l’eroina (ma non solo, ovviamente) sul cervello? Giovanni Biggio, professore ordinario di Neuropsicofarmacologia all’Università di Cagliari, lo spiega bene: «Queste sostanze alterano i geni e di conseguenza le capacità cognitive si riducono. All’eroinomane vengono prescritti anche farmaci antipsicotici e antidepressivi: tra i sintomi, infatti, ci sono l’insonnia, la psicosi, episodi maniacali e delirio. Chi si fa non è pericoloso quando è ancora sotto l’effetto di questa droga (dura dalle 2 alle 6 ore), ma quando entra in astinenza. Molti si portano appresso il naloxone, che previene le crisi respiratorie tipiche dell’eroina».

Uscire dal tunnel dell’eroina e delle droghe pesanti in generale, è sì molto difficile, ma non impossibile, come afferma Antonello Canu: «Ho visto personalmente persone tornare in cura da noi dopo dieci anni, ma ho visto anche altri che mi hanno incontrato e mi hanno detto di esserne usciti ed essersi rifatti una vita». Pierluigi, Marta e Giacomo sperano di essere tra questi ultimi.

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