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Mamma li sardi! Comincio ad avere le vertigini

Mamma li sardi!

Comincio ad avere le vertigini, ma sto esultando sul divano e quello è poggiato per terra. La mia memoria certe sensazioni le ha già provate e l’abitudine non le ha usurate, come succede a un tifoso Juventino. Noi ci stupiamo ogni volta e ci reimpostiamo. Tutto passa sotto controllo e siamo da tempo protetti dall’umiltà. Ma l’umiltà talvolta è un lusso che non vogliamo permetterci, perché non sappiamo se la sorte bussa due volte. Anzi, mi informo: “Mi sembra che abbiano bussato, vai a vedere”. Almeno a scadenze voglio vivermela, diciamo per il tempo di una settimana. 

Mi lascio andare perché non sussistono se e ma e neanche forse. Oggi solo termini positivi, euforici, da festa di popolo. Inizio da Maran, che ho altre volte criticato per scelte e predilezioni. Ha fatto giocare Oliva, temendo la dinamicità dell’Atalanta e ha visto bene. Il ragazzo ha tackle, tranquillità, sagacia tattica. Radja ha disputato la sua miglior prova e questo ci induce a pensare che mentalmente si senta sereno, calcisticamente. Ha mostrato la sua personalità, impetuoso nelle risalite, prepotente nei recuperi, imperioso e sereno nel controllo dei ritmi. Era da tempo che non beveva mirto. 

Ma oggi hanno giocato bene tutti. Se l’Atalanta riempiva tutto il campo per quanta è la sua larghezza, noi l’abbiamo arato in tutta la sua profondità, e qui sta la differenza. Noi correvano in avanti, loro ai lati. Hanno fatto piovere cross teorici, che hanno fatto fare bella figura ai nostri con citazione particolare per Pisacane, che fa sembrare normali certi interventi determinanti. Alla fine Gasperini ha chiesto “Ma chi è quel tipo che sbucava da tutte le parti. Era uno o due?”.  

Joao Pedro l’ho visto retrocedere a coprire, sempre pronto nelle sortite, segno che quest’anno regge bene i due tempi.

Olsen ha mostrato buona disposizione tra i pali, se solo avesse tra le sue doti l’uscita, con la sua molte sarebbe determinante e direi anche spoetizzante. 

Abbiamo vinto e convinto non schierando giocatori importanti che credevo fondamentali, e altri che sono pur sempre determinanti, segno che la rosa ha una buona polpa e la squadra ha raggiunto una maturità di rendimento. 

Di sicuro, potremo anche perdere, affrontare momenti meno felici per i risultati, ma sappiamo che niente ci è precluso, possiamo a ragione pretendere da noi stessi, puntare verso obiettivi alti, ma sempre con quell’umiltà che ci ha contraddistinto, senza illusioni e quindi delusioni. 

Certe partite le guardo oltre il fischio finale, per lo spettacolo di quei sardi che si sono vestiti di rossoblù, con soprabito quattromori, magari emigrati da tanti anni in continente e per loro una vittoria sarà un risarcimento e se la gioia fosse distribuibile, la mia la devolverei a loro, anche se quest’anno ce ne sarà per tutti. E adesso a chi tocca?

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