Sassari a valanga su Roma: la Dinamo domina e vince 108-72 nell’anticipo del Serradimigni
Grandissima vittoria della Dinamo al Pala Serradimigni contro Roma: finisce 108-72 per gli uomini di Pozzecco che travolgono la squadra capitolina
Gli uomini di Pozzecco vincono a mani basse: gara a senso unico al PalaSerradimigni nell’anticipo della 7ª giornata. Dinamo batte Roma 108-72. La resistenza di Roma dura solo un quarto contro i padroni di casa della Dinamo Sassari, che già nella seconda frazione scavano il solco che decide la partita, dilagando poi, dopo la pausa lunga e vincendo 108-72.
Seconda vittoria di fila in campionato per i sardi che dopo l’affermazione esterna contro Cantù si confermano contro la squadra capitolina. In un match in cui Pierre trova 19 pt (top scorer) si affermano un po’ tutti i giocatori del roster con Vitali, Jerrells, Spissu, Evans e Bilan in doppia cifra.
Dinamo Banco di Sardegna e Virtus Roma si sono affrontate fin a questo momento 11 volte, solo due sconfitte per i giganti, tutte maturate in trasferta. Gli uomini di coach Bucchi, attualmente a quota sei punti in classifica, hanno vinto tre delle ultime quattro partite perdendo la scorsa domenica in casa contro Milano. La Dinamo si presenta nell’anticipo della settima giornata di LBA in un momento di buona forma, secondo posto in classifica dietro la capolista Virtus Bologna, due su due nelle ultime sfide e uno score totale di 8 vinte e 2 perse dall’inizio della stagione.
Sassari: Pierre 19, Bilan 16, Spissu 13
Roma: Kyzlink 23, Jefferson 13, Baldasso 10
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La prima donna arbitro d’Italia fu una ragazza cagliaritana. Ecco la sua storia
Per "mettere la gonnella" a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.
Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.
Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.
Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
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