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Cagliari, via alla pesca: pochi ricci, molti consumatori

Ricci di mare

Al via la pesca dei ricci di mare e a Cagliari iniziano le prime vendite. Nei giorni scorsi è stato infatti stabilito il calendario per la stagione 2019/2020, sino al 15 aprile del prossimo anno, e sono state fissate dall’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia le nuove prescrizioni. Da Su Siccu al Poetto, allora, si fa una passeggiata per raccogliere la viva voce degli addetti ai lavori, tra operatori e consumatori.

Cagliari, il lavoro dei ricciai

Cesoia alla mano, rigorosamente guantata, e i ricciai cagliaritani iniziano la loro giornata di lavoro, per accontentare gli amanti delle gustose spaghettate. A Su Siccu i venditori di certo non sono mancati e i consumatori sono sempre tanti, contrariamente alla prelibata specie, il cui rischio di estinzione ha costretto a porre rigidi paletti per la loro pesca. Qualcuno, però, non parla di giornata particolarmente positiva e  saprebbe dare le dovute spiegazioni: «Oggi in giro si trova poco – commenta Monica P., una cittadina qualunque con interessi per la biologia – ieri infatti c’era mare mosso e bisogna tenere in considerazione il ciclo della luna».

Dalla parte del mercato, il cliente da soddisfare

Taglia minima, per ogni esemplare pescato, non inferiore ai cinquanta millimetri e quantità variabili, da 2000 a 3500, a seconda della categoria di pescatori. Sono le norme stabilite dalla Regione per andare incontro alle richieste dei ricciai. E se la pesca smodata degli anni passati ha messo l’esemplare a rischio di estinzione, c’è comunque chi non rinuncia a un primo prelibato, tutto cagliaritano. E la legge del mercato accontenta i buongustai. Lorena Mugnani, del Cavalluccio Marino, ad esempio, offre ai suoi clienti la pasta condita con la straordinaria polpa e allo stesso modo altri ristoratori dei chioschetti del Poetto.  E il commento di tanti è lo stesso: «Sappiamo che i ricci sono pochi e a rischio estinzione, ma noi dobbiamo vendere. È giusto stabilire delle norme, ma noi comunque dobbiamo pensare alla vendita».

Pesca di ricci, contro gli abusivi

Dito puntato, inoltre, contro i pescatori abusivi, considerati da molti tra le principali cause della penuria dell’animale con gli aculei. «Oggi la gente per campare si improvvisa a fare questo lavoro – commenta Silvio S., cagliaritano che non disdegna i menù di pesce – e ha pensato solamente a fare man bassa. Ora si è arrivati a questa situazione. È venuto a mancare il raziocinio».

Dalla parte dei ricci

In generale, tutti, tra operatori e  sono consapevoli del fatto che i ricci stiano diventando a poco a poco una rarità, ma molti guardano alle esigenze di mercato. Non tutti, però, perché c’è chi, pescatore e ristoratore, si schiera dalla parte dell’animale marino. «Noi non trattiamo i ricci» commenta semplicemente Alessandro Murgia del locale Emerson al Poetto «abbiamo fatto una scelta etica. Così si rischia di non averne più. E per accontentare il cliente? Ci sono tanti altri prodotti di mare, altrettanto buoni, che possiamo offrire. Nessun problema».

Meno ore e meno ceste

Costeggiando la spiaggia dei centomila, non poteva mancare la voce di Giampietro Columbu di Sole Mare, per molti meta sicura per l’acquisto dell’ottima polpa. Dall’alto di quarantacinque anni di esperienza, è consapevole dei problemi legati alla pesca dei ricci: «Sono pochi, lo sappiamo tutti. Per questo sono state stabilite delle regole. Abbiamo ridotto gli orari e il numero di ceste è sceso da sei a quattro. I clienti non mancano, ma sarebbe giusto un fermo biologico molto lungo e per noi un’alternativa di vendita».

 

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