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Sant’Antioco ancora dalla parte dei ricci: chiede una moratoria, ma la Regione la ignora

«Nel gennaio scorso il Consiglio Comunale di Sant’Antioco ha approvato una delibera che proponeva alla Regione Sardegna, competente in materia, la moratoria della pesca per almeno due anni – spiegano dal Comune – lo stesso documento è stato poi approvato dai Comuni di Calasetta e Portoscuso. La Regione non ha ascoltato la nostra proposta e ha comunque emanato il decreto, dando il via libera alla pesca a partire da domani primo novembre».

Secondo il decreto firmato all’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia, la stagione partirà domai e terminerà il 15 aprile 2020. La taglia minima per ogni esemplare pescato non dovrà essere inferiore ai 50 millimetri (esclusi gli aculei). Per i professionisti, subacquei o marittimi, il limite massimo è di 2.000 esemplari al giorno e si riduce nel caso venga svolta senza assistenti. Nel caso di pescatori professionali subacquei con unità d’appoggio (massimo due per ogni unità d’appoggio) il limite giornaliero sale a 3.500 esemplari prelevabili. Per i pescatori sportivi il limite è invece fissato a 50 ricci al giorno e solo per il consumo personale. Per l’intera durata della stagione la pesca professionale potrà essere svolta ogni giorno a esclusione della domenica (tranne nell’area di Porto Torres, dove il divieto è fissato il lunedì), mentre i pescatori sportivi potranno raccogliere ricci soltanto il sabato. L’amministrazione comunale antiochese ha notevolmente ridotto questi numeri, nei limiti delle proprie competenze.

«Il Comune ha preso atto del decreto e ha ricordato che, comunque, in base ai piani di gestione dei SIC approvati all’unanimità dal Consiglio Comunale a maggio – proseguono dal Comune- nei SIC antiochensi (is Pruinis, Serra Is Tres Portus, Isola della Vacca e Isola del Toro) la pesca del riccio può essere svolta solo dal 15 dicembre al 15 marzo e che ogni pescatore professionista può prelevare solo 100 esemplari al giorno (a fronte dei 2000 per i professionisti e 3500 per i professionali subacquei assistiti consentiti dalla normativa regionale) e 50 i non professionisti. Inoltre, sono allo studio altre eventuali misure al fine di contenere il più possibile il fenomeno di “assalto” alle nostre acque che ogni anno contribuisce all’impoverimento del patrimonio riccio di mare. Il Comune confida nel rispetto della normativa sui SIC, posta a tutela della risorsa, e nelle azioni di vigilanza delle autorità preposte al controllo».

Non esistono studi o pubblicazioni recenti commissionate dalla Regione e rese pubbliche, che rendano un quadro aggiornato della situazione e dimostrino che le quantità e le modalità di pesca consentite nel decreto non costituiscano un rischio per la specie. Il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, in un post pubblicato sulla pagina Facebook “Nessun riccio sul piatto” promosso da Quietica, scrive: «Ragionando a voce alta…. sono convinto che un ricorso al Tar che poggiasse le motivazioni sul vecchio documento di Laore (se non ricordo male del 2014), e la totale assenza di un serio monitoraggio, credo che porterebbe a una sospensione del decreto assessoriale».

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