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In arresto per bancarotta fraudolenta l’ad dell’aeroporto di Cagliari, Alberto Scanu. Ai domiciliari la sorella e il suo braccio destro

Alberto Scanu

Foto da FB

L’amministratore delegato della società di gestione dell’aeroporto di Cagliari (Sogaer), Alberto Scanu, già presidente di Confindustria Sardegna, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Cagliari per bancarotta fraudolenta nell’ambito di un’inchiesta sul fallimento di nove società, alcune nel ramo sanitario, altre in quello immobiliare e delle costruzioni. In tutte Scanu era amministratore o socio. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dal pm Giangiacomo Pilia e firmato dal Gip Giampaolo Casula. Ai domiciliari sono finite altre tre persone: la sorella di Scanu, Laura, il suo collaboratore, Giovanni Pinna, e Valdemiro Giuseppe Peviania, bloccato a Milano.

Come riportato da Ansa, a Scanu viene contestato un ‘buco’ di circa 60 milioni di euro. Le accuse sono di bancarotta per distrazione, o preferenziale o tramite una ritardata dichiarazione di fallimento. All’origine dell’arresto c’è la reiterazione del reato. Scanu era stato coinvolto anche nell’inchiesta sul crac di 13 milioni della Clinica Città di Quartu, ma era stato assolto. “Il mio assistito si è dimesso dall’incarico di ad di Sogaer e da tutte le cariche sociali che rivestiva perché intende difendersi liberamente”. Così l’avvocato Rodolfo Meloni, difensore di Alberto Scanu. “Sono sorpreso che il dottor Scanu sia stato arrestato e sia finito in carcere per esigenze cautelari inesistenti: la richiesta del Pm è di febbraio e l’arresto è di ottobre”, precisa il legale.

Complessivamente sono 12 le persone indagate dal Pm della procura di Cagliari, Giangiacomo Pilia, nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta culminata con l’arresto di Albero Scanu, amministratore delegato della Sogaer, società di gestione dell’aeroporto di Cagliari e già presidente di Confindustria Sardegna. Ai domiciliari la sorella Laura e due suoi collaboratori, Giovanni Pinna e Valdemaro Giuseppe Peviani. Gli altri indagati sono: Paolo Zapparoli, originario di Varese e residente a Milano; Pier Domenico Gallo, di Cossano Belbo, in provincia di Cuneo, con residenza in Svizzera; Paolo Moro, di Milano; Caterina Della Mora, nata a Udine e residente a Lugano; Giovanni Marras, di Meana Sardo (Nuoro); Domenico Falchi, di Macomer (Nuoro); Enrico Gaia e Francesco Zurru di Cagliari. Tutti e otto avrebbero rivestito ruoli all’interno delle nove società fallite finite sotto la lente della Procura.

Kinetika Sardegna, gestore di tre cliniche a Cagliari, precisa che “Alberto Scanu non ha alcun incarico nell’azienda né alcuna partecipazione nella società avendola ceduta nel 2014”. Sono dieci le società fallite finite sotto la lente della Procura di Cagliari nell’ambito dell’inchiesta che ha portato oggi in carcere l’ad di Sogaer, Alberto Scanu, e ai domiciliari la sorella Laura e due collaboratori per bancarotta fraudolenta. Si tratta delle aziende: Polsan, Sant’Elena Srl, Immobiliare Casa di cura Sant’Elena, Compagnia immobiliare Sardegna Srl, Scancenter srl, Sofinda Srl, San Pantelo Srl, Sansucchi, Sgi Settimo San Pietro e Sofarmed in liquidazione. Tutte riconducibili, secondo gli inquirenti, a Scanu. Quasi tutte le società gravitavano nel ramo sanitario, alcune in quello immobiliare.

Gravi indizi di colpevolezza sul fallimento di nove società, mentre sulla decima le indagini sono ancora in corso. Il Gip del Tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, motiva in 163 pagine l’ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di Alberto Scanu. “L’ispettorato di vigilanza della Banca d’Italia – scrive il Gip nella misura in merito alla presunta bancarotta della Polsan srl – aveva rilevato che la posizione creditoria vantata dal Banco di Sardegna e dalle sue controllate nei confronti del Gruppo Scanu fosse stata caratterizzata da ‘eccessiva tolleranza e scarsa trasparenza’ e mantenuta tra gli ‘incagli’ ‘ancorché da tempo in palese stato di insolvenza irreversibile'”. La Polsan è poi fallita con un passivo di 10.683.640 euro. Quanto alle altre società, la Procura contesta i crac della Sant’Elena srl Casa di Cura privata in liquidazione per un totale di 9.310.289 euro; della Immobiliare Casa di Cura Sant’Elena srl per 16.084,827; Compagnia immobiliare Sardegna per 8.226.829 euro; la San Pantaleo srl per 2.058.682; la Sofinda srl per oltre 816mila euro; la Sancenter srl per circa 349mila euro; la Sansucchi srl per 3.250.000 euro; la Società farmaceutica mediterranea srl per 8.236.128 euro.

Il Pm – precisa l’ordinanza del Gip – sta indagando ancora sul fallimento della Sgi Settimo Scral, dichiarato nel 2016 con debiti per 1.295.910 euro. “Lo stato di insolvenza del Gruppo Scanu – scrive il giudice, ipotizzando sia il rischio di inquinamento probatorio che quello di reiterazione dei reati – risaliva al 2002. E’ stata ampiamente dimostrata la consuetudine con la quale Alberto e Laura Scanu si sono avvalsi di prestanome per la gestione di alcune società che vengono condotte al fallimento”.

 

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